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Messina, la Dia sequestra 12 milioni a Nigrelli

Maxi operazione in vari centri dei Nebrodi dopo gli accertamenti economico-finanziari

Una mente economica raffinatissima votata alle truffe seriali milionarie e in grande stile, per captare finanziamenti pubblici ed evadere sistematicamente il fisco. Che da Mistretta, sui freddi e bellissimi monti Nebrodi ha progressivamente allargato la sua sfera d’azione in Italia e all’estero. Fino ad arrivare solo per fare un esempio ad avere rapporti con una donna finita nei guai per bancarotta fraudolenta come amministratrice dell’impero di Wanna Marchi, e a quanto pare anche “imparentata” con il boss della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo.
La mente è del commercialista messinese 63enne Michele Nigrelli, originario di Reitano, che ha la sua base operativa a Mistretta, il quale ha subito un sequestro di beni da parte della Dia di Messina, stimato in 12 milioni di euro. Un professionista già condannato in passato per reati tributari. Si tratta di una lunga indagine economico-finanziaria, che è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dal sostituto della Dda peloritana Fabrizio Monaco, e che ha «documentato il reimpiego delle risorse finanziarie accumulate grazie a truffe per indebite percezioni di erogazioni pubbliche. Il professionista, radicato nel territorio dei Nebrodi, ha progressivamente esteso il suo raggio d’azione anche su scala nazionale ed estera». Disseminando poi i beni acquisiti tra parenti e prestanome. Con una evidente «sporporzione» tra le dichiarazioni dei redditi del nucleo familiare e il patrimonio posseduto. Il sequestro, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale su richiesta della Dda, ha interessato in sintesi 7 attività imprenditoriali nei settori degli studi professionali commercialisti, della lavorazione della ceramica e del vetro, edile e assistenziale a favore di anziani e disabili; 25 fabbricati (di cui due appartamenti di pregio nel centro storico di Palermo) e terreni, un’auto, e rapporti finanziari.
Scrivono i magistrati delle misure di prevenzione di Messina che Nigrelli «... sin dagli inizi degli anni 90 si è reso protagonista di plurime condotte truffaldine funzionali a drenare fraudolentemente ingenti somme di denaro provenienti da sovvenzioni pubbliche. L’odierno proposto è stato ripetutamente denunciato in stato di libertà per il reato di truffa finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche continuata in concorso».
E in un altro passaggio i giudici affermano: «Appare sin qui evidente come la strumentalizzazione dell’attività di consulente fiscale del Nigrelli si sia estrinsecata, nel corso di circa un ventennio, nell’abusiva captazione di finanziamenti ed erogazioni pubbliche, reati che gli hanno consentito di conseguire ingenti profitti. A maggior riprova di quanto appena affermato appare necessario esaminare gli esiti dei plurimi procedimenti penali che in più occasioni hanno interessato l’odierno proposto, il suo nucleo familiare oltre ai soliti accoliti che nel corso degli anni lo hanno, a vario titolo, coadiuvato nelle condotte sin qui evidenziate».
I giudici inseriscono come «terzi interessati» la moglie Renata Sciortino, i figli Luigi e Alessandra, il genero Francesco Festa, e Sebastiano Cocilovo. È stato nominato poi come amministratore giudiziario il dott. Francesco Caizzone, e in questa fase come difensore d’ufficio l’avvocata Maria Puliatti.

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