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Messina, distretto giudiziario senza vertici: Calderone (FI) interroga il ministro Nordio

Tra qualche mese c’è il rischio molto concreto che l’intero distretto giudiziario di Messina rimanga praticamente senza alcun capo degli uffici che governano la giustizia. Sono già scoperti da molti mesi, dopo il pensionamento dei magistrati Michele Galluccio e Vincenzo Barbaro, i posti di primo presidente della corte d’appello e procuratore generale, attualmente ricoperti da due magistrati facenti funzioni, rispettivamente Sebastiano Neri e Maurizio Salamone. Da un paio di mesi è vacante anche il posto di procuratore capo dopo il trasferimento a Palermo del procuratore Maurizio de Lucia, in atto svolge le funzioni di capo dell’ufficio facente funzioni il procuratore aggiunto Rosa Raffa. E nella prima metà del 2023 rimarrà scoperto anche il posto di presidente del Tribunale, visto che il magistrato Marina Moleti a giugno andrà in pensione. Possiamo anche aggiungere alle caselle attualmente vuote anche il posto di procuratore a Barcellona Pozzo di Gotto, visto che il precedente capo dell’ufficio, il magistrato Emanuele Crescenti, si è trasferito da tempo come procuratore capo di Palmi.

Insomma è una “coincidenza” che non è mai accaduta e oggettivamente rappresenta un vero caso nazionale, senza che nessuno a più livelli lanci l’allarme o si occupi del problema. Per adesso l’unico fatto nuovo è che il Csm ha bandito gli ultimi due posti rimasti scoperti in ordine di tempo: quello di presidente del Tribunale e quello di procuratore capo di Messina. La possibilità di presentazione delle domande per concorrere si avrà dal 16 gennaio, le liste saranno “chiuse” un mese dopo, il 16 febbraio. Ma il problema del nostro distretto giudiziario resta tutto per intero. E qualcuno lo dovrà presto affrontare.
Adesso il caso è arrivato anche in Parlamento con l'interrogazione al ministro della Giustizia Nordio presentata oggi dall'onorevole Tommaso Calderone: "Sabato 28 gennaio - scrive il parlamentare -, si svolgeranno le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario in tutte le Corti di Appello d’Italia; anche in quella di Messina prenderanno la parola Il Presidente della Corte, il Procuratore Generale ed il Procuratore della Repubblica; in quella Corte d’Appello, tuttavia, quegli incarichi direttivi e semi direttivi sono ricoperti, tutti, da magistrati “facenti funzioni”; non si comprendono, allo stato, le ragioni dell’omesso conferimento dei relativi incarichi effettivi - incarichi di sicuro rilievo istituzionale - e la contestuale e consolidata prassi di procedere, di volta in volta, al momento della liberazione di posizioni apicali, all’assegnazione a magistrati facenti funzioni con evidente vulnus, ad avviso dell’interrogante, per l’efficienza, il buon andamento e l’autorevolezza della Corte d’Appello di Messina".
Quindi l'on. Calderone afferma che "tutto ciò, a prescindere dalle indiscusse professionalità dei singoli magistrati che si trovano a ricoprire i ridetti ruoli apicali, determina evidenti ricadute anche sul funzionamento di quegli uffici giudiziari", e chiede al ministro Nordio "se e quali urgenti misure, ferme restando le competenze del Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministro intenda adottare per garantire il buon funzionamento dei servizi relativi alla giustizia in casi come quello descritto in premessa".

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