Insulti sessisti e frasi ingiuriose ad una collega avvocata durante la trattazione di una causa di lavoro, in tribunale, davanti al giudice e a diversi testimoni che hanno ascoltato tutto.
Frasi del tipo “io non le alzo le mani picchì è fimmina”, tradotto parzialmente “perché è femmina”, oppure “a iettu du baccuni”, tradotto “la getto dal balcone”, ed ancora “questa non la sopporto”, “a lei non faccio vedere niente”, se perdo la pazienza ti dugnu un tumpuluni”, tradotto sempre per i puristi “se perdo la pazienza ti do uno schiaffone”, che non rende certo bene come il vernacolo magari gesticolando un po’.
Insomma un vasto campionario di un comportamento ben fuori dalle regole che ha portato ad una decisione sanzionatoria nei confronti di un noto avvocato 75enne, il quale ha avuto irrogata la sanzione della censura da parte del Consiglio distrettuale di disciplina forense, presieduto dal collega Francesco Cacciola.
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