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Ponte sullo Stretto, l’accelerata del Governo. Centrodestra compatto

Nei prossimi giorni verranno sciolti i nodi sui contenziosi, inaugurata la sede della Spa e convocati i sindaci dell’Area

Il Governo va avanti, nonostante i dubbi e lo scetticismo che, da sempre, accompagnano l’evolversi delle vicende riguardanti il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente. Nei prossimi giorni dovrebbe essere inaugurata la nuova sede, a Roma, della “risorta” società Stretto di Messina (i locali sono stati già individuati, come annunciato dal vicepremier Matteo Salvini) e, sempre nella Capitale, si terrà l’incontro convocato dal ministro dei Trasporti con i sindaci metropolitani di Messina e di Reggio Calabria, a testimonianza della volontà di coinvolgere gli enti locali su scelte che inevitabilmente comportano un forte impatto (positivo o negativo che sia) sui territori. E ancora sembra sia stata imboccata la strada che dovrebbe portare davvero alla chiusura di tutti i contenziosi esistenti, in modo da non avere più il timore di dover sborsare miliardi di euro per un’opera che finora non è mai stata realizzata.
Fatti e atti concreti, ma anche tante dichiarazioni. Come quelle dell’ex premier Silvio Berlusconi che ieri è tornato sull’argomento: «Abbiamo creato le condizioni per realizzare una grande opera che consideriamo indispensabile e che in passato non ha potuto vedere luce in quanto è stata fermata dai governi della Sinistra. Ora però il progetto ha riscontrato un consenso trasversale e questo Governo aprirà i cantieri nei prossimi mesi». Il leader di Forza Italia ha ribadito che «senza opere pubbliche non ci sarebbe sviluppo, l'Italia non potrebbe reggere la concorrenza con le economia più avanzate. Ecco perché fra i primi atti di questo Governo è stato scritto il nuovo Codice degli appalti». Berlusconi ha preso ad esempio il Mose, «un'opera avveniristica che anche in queste ore ha salvato nuovamente Venezia dall'acqua alta, da danni che sarebbero stati ingenti e costosissimi». E sul Ponte ha ribadito che «è stato osteggiato per ragioni ideologiche» ma che «rappresenta un nodo nevralgico dello sviluppo per l’intero Paese. All'ambientalismo ideologico della sinistra, ai propositi di decrescita infelice del Movimento 5 Stelle, che avrebbe voluto un'Italia senza più industria, abbiamo risposto con progetti e opere», ha concluso il “ cavaliere”.
Centrodestra compatto, su questo tema. Lo confermano le posizioni dei parlamentari messinesi di Forza Italia e della Lega. «Le parole del presidente Silvio Berlusconi – dichiara la sottosegretaria Matilde Siracusano – rappresentano un’ulteriore conferma della volontà politica del Centrodestra di riavviare il progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La costruzione di questa infrastruttura rappresenta una battaglia storica di Forza Italia. I Governi guidati dal nostro leader hanno più volte dato il via libera a questa grande opera, ma l’ideologia della sinistra, dei 5 Stelle, ed errori tragici fatti da passati esecutivi tecnici, hanno sempre stoppato l’apertura dei cantieri. Per il Centrodestra le infrastrutture sono la colonna portante attorno alla quale si può creare lavoro, sviluppo e crescita, sono un fattore indispensabile per attrarre imprese e con esse investimenti: al Sud più che in altre zone del Paese. Per queste ragioni siamo convinti che la realizzazione del Ponte sullo Stretto non sia più rinviabile, anche in virtù del ruolo strategico che sta sempre più assumendo l’area del Mediterraneo. La Sicilia e il Mezzogiorno non possono perdere questa grande occasione. L’impegno del premier Meloni, del ministro Salvini e del presidente Berlusconi va nella giusta direzione».
Contro le dichiarazioni rilasciate ieri a Messina dal segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, scende in campo il senatore leghista Nino Germanà: «Mentre il Governo è impegnato ad affrontare le emergenze del Paese, apprendiamo dai giornali che il leader della Cgil, in Sicilia per il Congresso provinciale del sindacato, avrebbe attaccato il Governo su tutti i fronti, ospitato oltretutto presso una struttura governativa quale l’Arsenale militare di Messina. Per Landini la ricetta sarebbe “no al Ponte, sì al Reddito di cittadinanza”? Si occupasse dei lavoratori. Intanto faremo degli accertamenti, anche in sede parlamentare, per comprendere quale sia stato l’iter delle autorizzazioni e della concessione della sala, che non ricordo sia stata concessa per altre manifestazioni, poiché riteniamo giusto fare chiarezza e che ci sia la massima trasparenza per il bene dei cittadini siciliani».

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