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S. Agata Militello e Mistretta: l'Azienda sanitaria provinciale spalanca le porte ai privati

Verso l’estensione dell’accordo ad altri reparti

L’ospedale di Sant’Agata Militello

L’esternalizzazione delle attività chirurgiche in convenzione ai privati come soluzione per assicurare servizi sanitari che oramai non vengono più erogati sul territorio periferico. Una traccia che l’Asp di Messina continua a battere sui Nebrodi, dove la funzione della sanità pubblica, salvo liete eccezioni frutto della dedizione di medici e personale sanitario costretti a lavorare in contesti più che precari, si è trasformata in mero centro di smistamento verso poli ospedalieri metropolitani e specialistici. Una situazione al collasso, in cui non è raro che a familiari di pazienti giunti al Pronto soccorso venga chiesto di reperire privatamente dispositivi anche tra i più elementari per poter prestare le cure necessarie al malato, nella quale è pronta ad espandersi la presenza della Fondazione Giglio di Cefalù. Al vaglio dell’Asp c’è infatti la proposta di estensione dell’accordo con la struttura cefaludese anche alle attività dei reparti di Chirurgia generale, Ginecologia e Ortopedia sia dell’ospedale di Sant’Agata Militello che del “SS. Salvatore” di Mistretta, sulla scorta di quanto avviene già dallo scorso anno a Mistretta con la convenzione in essere per le branche di Urologia e Oculistica.
L’ipotesi, di cui si era parlato mesi fa in relazione all’ospedale santagatese come possibile soluzione all’impasse che da tre anni vede chiuso il punto nascita, ha ora preso quota tanto che l’azienda sanitaria ha già avviato le attività propedeutiche di informazione e confronto con le parti interessate e i sindacati, invitati a presentate le proprie osservazioni e convocati per un tavolo tecnico il prossimo 11 gennaio.

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