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Una deroga per garantire la cardiochirurgia a Taormina

L’ipotesi sotto i riflettori nel tentativo di aggirare il decreto Balduzzi. Una soluzione per il Ccpm già adottata da altre regioni. Ma serve la volontà politica e il governo siciliano non ha ancora sciolto il nodo

Dopo la manifestazione di lunedì scorso i sindaci del comprensorio ionico e della Valle Alcantara provano ad arrivare ad una soluzione definitiva per dare una svolta ai problemi dell'ospedale San Vincenzo. Tiene banco, in particolare, la situazione sempre più incerta del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo, che dal 2010 ha sede presso il presidio di contrada Sirina e rischia la chiusura al termine della proroga in atto sino al 31 luglio 2023 sulla convenzione tra la Regione Siciliana e l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
In attesa di un confronto con il governo regionale e di un faccia a faccia con il presidente Schifani e con l'assessore Volo, i sindaci del “Distretto 32” valutano la possibilità di chiedere una deroga rispetto al decreto Balduzzi, che al momento rappresenterebbe sul piano legislativo il vero ostacolo alla permanenza del Ccpm a Taormina.
Questa normativa ha previsto a suo tempo che ci possa essere, in pratica, una Cardiochirurgia pediatrica ogni 5 milioni di abitanti e sulla base di quella disposizione, in pratica, si rischierebbe di avere soltanto la Cardiochirurgia che riaprirà a Palermo nei prossimi mesi e sulla quale la Regione ha deciso di investire 8 milioni di euro (più altri 300 mila euro di rimborsi spese) con una gestione affidata al San Donato di Milano.

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