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Taormina, urologia in sofferenza: il calvario di un quarantenne

Il racconto di un utente costretto a girovagare da un ospedale all’altro per approdare alla fine in un laboratorio privato

«Mi chiedo se a Taormina, ma non soltanto nella nostra città, sia ancora possibile per un cittadino curare un problema urologico o se invece la nostra Regione ha deciso che bisogna fare ore ed ore di viaggi della speranza in macchina per cercare e trovare un ospedale dove poter essere almeno visitato».

A porre l'interrogativo è un quarantenne di Taormina, che in questi giorni ha dovuto affrontare una vera e propria odissea. L’utente lancia un appello al nuovo assessore regionale, Giovanna Volo, per intervenire su una situazione "inaccettabile" della rete ospedaliera siciliana.
«Pochi giorni fa, verso le 10 del mattino, mi sono recato al Pronto soccorso di Taormina dopo aver accusato un problema urologico - spiega il cittadino -. A quel punto ho appreso che il reparto di Urologia è ridotto ai minimi termini e rischia praticamente la chiusura. Così, tenendo conto che avrei dovuto attendere per alcune ore al Pronto soccorso senza risolvere poi il problema, ho deciso di recarmi ad Acireale ma non essendoci lì un reparto di Urologia mi hanno mandato a Catania, dove in un ospedale mi hanno rimandato ad un altro presidio del capoluogo. Insomma non sono riuscito neanche lì a farmi visitare da uno specialista. Alla fine, alle cinque del pomeriggio, da Catania, mi sono rimesso in macchina e mi sono recato per una Tac in un centro privato a S. Teresa di Riva che, per fortuna, ha scongiurato il timore di fatti gravi. Si trattava di un calcolo renale, ma ho dovuto girare invano per 9 ore da un ospedale all'altro, mentre a casa c'erano i miei figli di 5 e 10 anni da soli e preoccupati ad aspettarmi: è normale tutto questo? Parliamo dell'Urologia, un'unità operativa che è fondamentale per i cittadini».

 

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