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Barcellona, le “acrobazie” finanziarie di Siclari: la Procura chiede 10 anni di carcere

L’imprenditore sotto processo per bancarotta a auto riciclaggio

La Procura di Barcellona, con il pm Veronica De Toni, ha chiesto ieri ai giudici del Tribunale, la condanna a 10 anni di reclusione per l'architetto Pasquale “Lino” Siclari, 62 anni, ex patron della fallita “Aicon Spa” di Giammoro, la holding da cui dipendevano l'azienda che produceva imbarcazioni da diporto ed una galassia di società con sedi soprattutto all'estero.
La richiesta di condanna riguarda il processo per il troncone principale del dissesto finanziario della società madre “Aicon Spa”, quotata in Borsa, il cui titolo era stato poi sospeso, dichiarata fallita il 21 gennaio del 2013 e della controllata “Aicon Yachts Spa”, il cui fallimento era stato dichiarato in precedenza il 5 ottobre del 2012.
Oltre alle accuse di bancarotta relative al fallimento delle due società, nello stesso procedimento, anche il reato di auto riciclaggio di fondi sottratti ai capitali di Aicon che ha generato l'operazione “Follow The Money”, che tradotto significa “segui i soldi”, eseguita all'alba dello 21 febbraio 2017 con l'arresto di Siclari effettuato dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Messina.
Per quest'ultima vicenda, infatti, a Siclari si contesta di aver impiegato, tramite alcune società a lui riconducibili, proventi della bancarotta fraudolenta che sarebbero rientrati in Italia attraverso una operazione bancaria dalle isole Azzorre, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza illecita.

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