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Ponte sullo Stretto di Messina, il sindaco Basile: "Governo e Regione dialoghino con noi"

Oggi in Consiglio dei ministri la norma che resuscita la società Stretto di Messina Spa. Basile: «Bene così, siamo sempre stati d’accordo ma dobbiamo essere coinvolti nelle scelte»

Un articolo sul Ponte sullo Stretto pubblicato su “Messina Sera” nel 1959

Lo aveva già detto il vicesindaco Salvatore Mondello, nel corso dei lavori della competenze Commissione consiliare. Lo ribadisce il sindaco Federico Basile, con dichiarazioni rilanciate dall’Adn Kronos. «Riprendere il dibattito sul Ponte dello Stretto è sicuramente un elemento di forte interesse per la città che rappresento in quanto le ricadute sul territorio, al di là dell’impatto architettonico dell’opera, hanno una refluenza diretta sulla progettazione complessiva di un Comune che nella grande opera vede possibilità di sviluppo economico e strutturale». Non è un caso che Basile utilizzi la denominazione “Ponte dello Stretto”, e non “Ponte sullo Stretto”, perché anche con le parole si marca la differenza di visione strategica. Un conto è calare dall’alto un’opera, sicuramente di rilevanza internazionale, un conto è rendere protagonisti anche i territori che sono interessati dai lavori.
«È indubbio – afferma il sindaco – che l’opera sia strategica per tutto il Meridione d’Italia, come è indubbio che la conformazione della città di Messina possa e debba cambiare in ragione di una infrastruttura che agirà in maniera invasiva sugli strumenti di pianificazione urbanistica. E come ho già avuto modo di dichiarare, qui, in riva allo Stretto, si aspetta da decenni un importante scatto di orgoglio per un’opera strategica che sia volano di sviluppo per una città che per troppo tempo è stata considerata solo di passaggio. Auspico – conclude Basile – una forte linea di dialogo sulle progettualità che si vogliono portare avanti poiché la città deve certamente essere protagonista per le indubbie ricadute logistiche che cambieranno volto e connotazione urbana».
Dichiarazioni rilasciate alla vigilia di una importante novità, quella prevista per oggi a Roma, con il Consiglio dei ministri che dovrebbe approvare – salvo improbabili ripensamento o clamorosi litigi interni all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni –, all’interno della Finanziaria, la norma che riporta in vita, di fatto, la società per azioni Stretto di Messina. La storia della Spa è stata raccontata infinite volte, figlia di uno Stato “padre patrigno”, perché nata da una legge statale del 1971, istituita 10 anni dopo, chiamata a farsi carico di tutte le procedure di realizzazione del collegamento stabile, e poi abbandonata a se stessa, come una navicella tra i flutti dei sempre mutevoli orientamenti politici. Una Spa che da quasi dieci anni “vegeta” in stato di liquidazione permanente, con ulteriori costi per le casse statali. Ora il ministro Salvini ha deciso di ridarle le funzioni originarie, perché il Governo è intenzionato seriamente ad aggiornare e attuare il progetto del Ponte. Quel Ponte di Messina e della Calabria, come sottolinea il sindaco Basile, e non semplicemente “sullo Stretto”.

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