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Ponte sullo Stretto di Messina, le parole stanno a zero

Al di là dei proclami del ministro Salvini, ora si capirà dagli atti concreti se c’è o meno la volontà del Governo di avviare la grande opera. A settembre 2023 si decide sulle penali da un miliardo. Bloccati i 50 milioni per lo studio di Rfi

Dove eravamo rimasti? Agli annunci del ministro Salvini, che il Ponte dice di volerlo fare davvero. All’incontro convocato per martedì prossimo a Roma, alla presenza dei governatori di Sicilia e Calabria. All’ironia di Fiorello, che è contrario alla grande opera. Ma negli ultimi giorni, nelle ultime ore, di collegamento stabile nello Stretto ne hanno scritto e parlato tutti o quasi, in Italia e all’estero, sui più importanti quotidiani o network televisivi. E si sono rinfocolate antiche e nuove polemiche, interne ed esterne al Governo Meloni.

Polemiche, in realtà, concentrate tutte in Italia, perché in Europa e nel resto del mondo, il giudizio è ben diverso, c’è quasi una unanimità, la Commissione della Ue, ad esempio, ritenendo questa infrastruttura l’indispensabile completamento del Corridio Scandinavo-Mediterraneo, non riesce proprio a capire perché l’Italia non lo abbia ancora realizzato... Vediamo di riassumere quanto sta accadendo, andando un po’ in ordine sparso, vista la complessità del tema.

Il decreto, le penali

Partiamo dal contenzioso tra lo Stato e il Consorzio di imprese che si era aggiudicato nel 2005 l’appalto per il General contractor, la gara per progettare e realizzare il Ponte a campata unica. Non se ne parla quasi più ma, in realtà, è una spada di Damocle che continua a pendere sulle casse statali. L’udienza per il giudizio di appello è stata fissata al 16 settembre 2023. In ballo ci sono circa 700 milioni di euro, che potrebbero, nel frattempo, essere cresciuti fino a sfiorare il miliardo. Tra contenziosi e penali, c’è il caso della società Stretto di Messina, che è in liquidazione “effettiva e permanente” da ben dieci anni, e il cui commissario liquidatore, in questo arco temporale, ha guadagnato centomila euro per ogni anno. Fatevi i conti... Ebbene, se davvero il Governo Meloni vuol avviare l’opera, dovrà presentare un decreto legge per rimettere in vita l’agonizzante società (che non era un’azienda privata, la Stretto di Messina è nata per legge dello Stato del 1972 e vi fanno parte l’Anas, le Ferrovie, le Regioni di Sicilia e Calabria).

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