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L'allarme da Taormina: pochi servizi a sostegno delle donne

La struttura di Penelope, una rete di aiuti concreti nell’hinterland. L’accesso al lavoro è molto ridotto e la dipendenza economica spesso le costringe ad accettare la propria condizione di sofferenza e subire in silenzio le vessazioni

«Le storie delle donne che l’associazione ha incrociato hanno sempre visto emergere, in maniera più o meno evidente, un vero e proprio “contesto maltrattante” che giustifica e permette la violenza e tiene sotto scatto e ricatto la donna. Contesto di cui fa paradossalmente parte anche il sistema dei servizi allorquando non si attrezza a rispondere e sostenere il diritto all’autodeterminazione e all’autonomia sociale delle donne, specie se con figli».
Spiega le contraddizioni del sistema e le difficoltà delle donne a denunciare, Francesca Lo Iacono, responsabile dell’area violenza di genere e pari opportunità di Penelope, un sodalizio che promuove lo sviluppo delle pari opportunità sul territorio del Distretto socio-sanitario di Taormina. Un’esperienza di oltre 20 anni che ha portato alla creazione di una rete di servizi e opportunità per le emergenze sociale e che si occupa anche delle varie forme di violenza, fisica, psicologica, economica, nei confronti delle donne. Uno dei problemi che emerge è legato ai servizi a sostegno delle donne e le poche opportunità dal punto di vista lavorativo.
«L’assenza di servizi a sostegno della maternità - prosegue - i dislivelli nell’accesso al lavoro, ma anche alla formazione professionale, la mancata conciliazione dei tempi di lavoro, ma anche e soprattutto la non previsione nell’ambito dei bilanci comunali di risorse specifiche per fronteggiare le emergenze sociali legate alla violenza di genere, di fatto obbligano le donne ad “accettare” la propria condizione e a subire in silenzio».

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