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"Pink Project” a Capo d’Orlando: aiutare le donne soprattutto a riconoscere la violenza

Prosegue il nostro viaggio tra i Centri di volontariato della città e della provincia. Giorgianni: «Occorre chiamare i fatti con il loro vero nome»

«Bisogna imparare a leggere il fenomeno per quello che è, non aver paura di chiamare violenza quello che invece spesso viene definito come “alta conflittualità” perché non si tratta di questo», inoltre occorre «migliorare la strategia di prevenzione e di protezione delle donne che subiscono violenza e dei loro figli favorendo l’accesso al mondo del lavoro». Chiamare i fatti con il proprio nome e dare più opportunità di autonomia alle donne sono i passi da fare per Maria Grazia Giorgianni, presidente di Pink Project, Centro antiviolenza di Capo D’Orlando che nel tempo è diventato un punto di riferimento per le donne e le forze dell’ordine. In programma un’iniziativa per agevolare le donne che vivono nel comprensorio: «Grazie al progetto Reama Reloaded, co-finanziato dall’Unione europea siamo prossime all'apertura di un nuovo Cav a Sant'Agata di Militello». Pink Project abbraccia un territorio variegato dove non sempre i servizi per le donne sono a portata di mano: «Il distretto a cui facciamo riferimento comprende 18 comuni – spiega Grazia Giorgianni – tutti con una propria struttura amministrativa, molti non hanno il servizio sociale professionale».

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