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Omicidio Canfora a Letojanni, convalidato il fermo del 18enne sospettato

Fermo convalidato per il 18enne accusato di aver ucciso il 56enne Massimo Canfora a Letojanni. Il gip ha accolto la richiesta emessa dalla Procura dopo le indagini dei carabinieri ed ha disposto per il ragazzo la custodia cautelare in carcere.

B.F., nato a Taormina da genitori tunisini, era stato fermato a poche ore dal fatto di sangue. Il provvedimento di fermo  che  ora è stato convalidato dal gip, è stato firmato  dal pm Alessandro Liprino, dopo una lunga giornata di interrogatori e perquisizioni.

Sul 18enne gravano allo stato forti sospetti per l'uccisione del netturbino 56enne Massimo Canfora, trovato morto nella sua abitazione di via Nenzi, a quanto pare svestito, in camera da letto, in una pozza di sangue. Nella ricostruzione degli inquirenti il ragazzo lo avrebbe colpito con diverse coltellate al corpo, al culmine di una lite, forse epilogo tragico di un incontro a scopo sessuale o forse di un tentativo di rapina. Di sicuro Canfora ha aperto volontariamente la porta di casa al suo assassino. Il coltello è stato trovato ancora sul letto e pare che sugli indumenti del 18enne siano state poi repertate tracce di sangue dai carabinieri del Ris.

L'avvocato del 18enne: "La verità emergerà"

“Il mio assistito si è dichiarato estraneo ai fatti e ha detto di non conoscere l’uomo che è stato trovato morto nel suo appartamento a Letojanni escludendo anche qualsiasi rapporto di qualsiasi tipo anche sessuale con la vittima”. A dirlo all’Ansa l’avvocato Giuseppe Marino che difende B.F. il ragazzo di 18 anni.  “Il giovane – prosegue l’avvocato – è un bravo ragazzo, lavora come cameriere in un locale a Letojanni e prima lavorava in un altro ristorante a Taormina sempre come cameriere. E’ un lavoratore onesto e non ha mai fatto male a nessuno e non ha precedenti. Si trovava in quel palazzo perché è andato a trovare un altro ragazzo tunisino suo amico. E’ stato individuato come colpevole perché è scappato spaventato.

Ha riferito che sarebbe stata un’altra persona a colpire Canfora: lui ha sentito qualcosa ed è entrato nella stanza avrebbe visto il sangue e si sarebbe appoggiato incautamente su alcuni oggetti macchiandosi così i vestiti. Poi sarebbe fuggito in preda al panico”. “Siamo certi – conclude l’avvocato – che la verità emergerà”.

 

 

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