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Ponte sullo Stretto: gli atti, le parole e le “bugie”

L’ad di Rfi nei giorni scorsi ha ribadito che l’incarico dato dal Governo riguarda anche l’aggiornamento del progetto della struttura a una campata

«Nel Pnrr sono previsti 24 miliardi di euro di investimenti per la rete ferroviaria. Si tratta di opere che riguardano la realizzazione di porzioni di linea di Alta velocità, in particolare di connessione con il Sud. Ma anche piani di ammodernamento tecnologico dell’infrastruttura e cantieri per migliorare la mobilità delle reti locali regionali e soprattutto il decoro delle stazioni ferroviarie nazionali». Sono le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dall’amministratrice delegata di Rfi, Vera Fiorani, nel corso di “La Ripartenza 2022”, il talk condotto da Nicola Porro. Tra i compiti di Rete ferroviaria italiana, ha ribadito l’ad Fiorani, c’è anche quello di realizzare le analisi tecniche per il Ponte sullo Stretto di Messina: «Lo Stato ci ha affidato la redazione di uno studio di fattibilità tecnica-economica su una seconda soluzione, quella a più campate. Oggi c’è un progetto a campata unica che, comunque, ci è stato chiesto di aggiornare. Si tratta di un processo complicato, vista la difficoltà degli studi da realizzare in fondo al mare. Riteniamo di poter consegnare, per la seconda metà del prossimo anno, nelle mani del ministero delle Infrastrutture questo studio. Poi sarà la politica a decidere il da farsi».
Non ha aggiunto niente di nuovo a quel che si sapeva, ma una sottolineatura è di particolare rilievo: l’incarico a Rfi è di redigere, in contemporanea, uno studio di fattibilità sulla soluzione del Ponte a più campate, quella indicata come “preferita” dalla Commissione tecnica insediata dall’ex ministra dei Trasporti Paola De Micheli, e un aggiornamento del progetto del Ponte a una campata. La difficoltà di effettuare indagini e sondaggi in fondo al mare riguarda proprio la soluzione del Ponte a più campate quella che, con un paradosso tutto italiano, viene considerata dai tecnici della Commissione ministeriale la più vantaggiosa ma nello stesso tempo è anche quella che comporta molti più rischi e problemi, ai quali nessuno finora è riuscito a dare soluzione, al punto che quella stessa ipotesi, già abbondamentemente studiata nei decenni scorsi, era stata accontonata per la sua irrealizzabilità.

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