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Policlinico di Messina, lo scandalo del pronto soccorso

I lavori di adeguamento iniziati nel dicembre del 2020 sono fermi ormai da settimane: sarebbero dovuti durare 6 mesi. I pazienti sono ricevuti in una... tenda e accolti in tre piccole stanze al padiglione C, con il personale sanitario che è costretto a lavorare in condizioni vergognose per assicurare la minima assistenza

Il pronto soccorso generale del Policlinico universitario ospitato al padiglione C attualmente è messo peggio di un ospedale da campo in Ucraina. C’è soltanto un tendone blu ormai da mesi con annesse “tre stanzette tre” per accogliere i pazienti, molti dei quali dopo attese di ore se ne tornano sconsolati a casa o si rivolgono ad altri ospedali. Il sovraffollamento totale è storia di ogni giorno.
E i lavori di adeguamento del padiglione E iniziati ormai nel lontano dicembre del 2020 per realizzare il nuovo pronto soccorso generale, che avrebbero dovuto durare solo 6 mesi, sono fermi ormai da settimane. Anche se riprendessero domani ci vorrebbe probabilmente un anno e mezzo di tempo per ultimarli.
Quindi il primo approccio terapeutico fondamentale nel più grande ospedale cittadino, che è anche un punto di riferimento sanitario per tutta la Sicilia e la Calabria, vive da due anni in uno stato di precarietà, che viene mitigata solo grazie alla straordinaria abnegazione di medici, infermieri e operatori, i quali lottano ogni giorno per assicurare un minimo di dignità e assistenza ai pazienti. Ma i miracoli non possono farli. La situazione è realmente drammatica. Basta passarci un paio d’ore, lì davanti, per rendersene conto.
Questo stato di cose non può certo continuare all’infinito ma va al più presto avviato a soluzione prescindendo dalla classica “caccia alle colpe”, che potrebbe eventualmente diventare materia per una futura inchiesta. Per intanto se c’è qualcuno che a livello locale e regionale ragiona ancora in termini di sacrosanto servizio da offrire ai pazienti e non di posti letto e mega strutture all’avanguardia da esibire, dovrebbe proprio dare una seria sterzata verso la praticità. E far ripartire al più presto i lavori.
A giudicare però dall’ultima lettera infuocata dell’impresa che sta, o meglio stava effettuando i lavori, quella datata 11 maggio 2022 (sempre che sia l’ultima e non ci siano altre puntate), la situazione è piuttosto critica. Il Consorzio Stabile Costruendo srl di Brescia, che a suo tempo ha sottoscritto una serie di lavori con la cosiddetta Struttura commissariale regionale nella Sicilia orientale, tra cui anche l’ammodernamento del pronto soccorso generale del Policlinico, lamenta globalmente il mancato pagamento dei “Sal”, gli “Stati di avanzamento lavori”, per circa due milioni e mezzo di euro «... pari al 41% della produzione eseguita da inizio lavori e pari al 25% dell’importo netto contrattuale degli applicativi affidati».

Ed è questa una lettera di risposta, inviata tra gli altri al Rup del procedimento, l’ing. Salvatore D’Urso, alla prefetta Cosima Di Stani e al rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea, nonché al governatore Nello Musumeci e all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, che ribatte ad una precisa volontà della Struttura commissariale.
Quale? Eccola: «Ricorderete - si legge sempre nella lettera dell’impresa -, che in data 2 aprile 2022, all’indomani del termine dello stato di emergenza, la Stazione appaltante ha informato (per mezzo dell’applicazione whatsapp !!!) “che la struttura commissariale opererà sino al 31 dicembre. Non vi sarà ulteriore proroga. Quindi alla data del 30 novembre tutti gli interventi dovranno essere ultimati per consentire collaudi e rendicontazioni. Invierò una o più note in merito perché chi ritiene di poter completare gli interventi a quella data lo comunichi immediatamente per la conseguente revoca del contratto”. Nessuna ulteriore comunicazione - qui è di nuovo l’impresa che scrive in risposta, a maggio 2022, -, dopo questa allarmante comunicazione è pervenuta ad oggi, nemmeno circa l’ufficialità e il mantenimento dei poteri assegnati alla Struttura committente, salvo l’emissione di alcuni certificati di pagamento con data aprile 2022 - puntualmente non onorati».
E c’è un altro passaggio che si può tranquillamente definire inquietante, in questa famigerata lettera dell’impresa. Eccolo: «... Aggiungasi che l’appaltatore attende dal settembre 2021 (vedasi i verbali di riunione sottoposti fra SA, RUP e DL) l’approvazione di una perizia di variante suppletiva per il contratto attuativo più importante in essere (codice 10.01.01 Adeguamento del Pronto Soccorso Policlinico di Messina). La mancata approvazione della perizia (ne sono state predisposte almeno 6 versioni) oltre a provocare un rallentamento dei lavori, non ci ha consentito di contabilizzare opere che - in considerazione dell’urgenza delle opere -, risultano già eseguite in variante su richiesta dello stesso RUP che della DL».
Che la situazione del pronto soccorso del Policlinico sia praticamente “disperata” lo prova anche il fatto che proprio oggi si discuterà della faccenda nel corso del CdA dell’Università, convocato dal rettore Salvatore Cuzzocrea, evidentemente nel tentativo di provare a sbloccare in qualche modo, anche se la competenza amministrativa non è sua, una impasse a danno dei cittadini che dura da troppo tempo.
È veramente intollerabile tutto questo, con una condizione di precarietà per il più grande centro sanitario d’emergenza della città che pare interessare solo a pochi “intimi”, senza la previsione reale di uno sblocco dei lavori o di un tavolo di concertazione e di “buona volontà” per risolvere lo stallo. E quelli che pagano, come sempre, sono i pazienti che avrebbero bisogno di assistenza. Rinchiusi in un tendone da campo a 40 gradi.

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