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Insularità e Stretto, denunce e contenziosi

Il durissimo intervento dell’ing. Enzo Siviero sulle scelte del Governo relative al Ponte di Messina. E la causa Eurolink non è ancora finita

Enzo Siviero

«Ormai tutti o quasi si sono convinti che il futuro dell’Italia passi dal Mediterraneo per proiettarsi verso l’Africa. È del tutto evidente che in questo quadro geostrategico il ruolo della Sicilia e dell’intero Meridione è cruciale e con esso il Ponte sullo Stretto di Messina diventa fondamentale e improcrastinabile. Del resto, il collegamento stabile tra Calabria e Sicilia è da decenni sancito dall’Unione europea come parte del corridoio Berlino-Palermo, più di recente ridenominato Helsinki-La Valletta. Ne consegue che i tentennamenti dell’Italia verso quest’opera, con ricorrenti “stop and go” puramente politici, sono del tutto incomprensibili a livello europeo». Lo ha dichiarato ieri il prof. Enzo Siviero, rettore dell’Università e-Campus e tra i massimi esperti di ponti in Italia e nel mondo, intervenuto alla “due giorni” dedicata ai temi dell’Insularità, svoltasi a Catania.
«Ora finalmente sembra giunta – afferma Siviero – l’ennesima conferma della necessità di un collegamento stabile. Del resto il Ponte a campata unica ha avuto il placet tecnico, ma uno stop politico da parte del governo Monti, generando un pesante contenzioso tutt’ora in essere da parte del contraente generale Eurolink». E qui va aperta una parentesi: l’iter giudiziario (di cui nessuno parla più) non è ancora concluso e sono sempre in piedi le richieste del Consorzio che si era aggiudicata la gara, con 800 milioni di euro che “ballano” per le casse dello Stato italiano.
«Ecco però spuntare l’ennesimo ostacolo – continua Siviero –, archiviata la proposta “assurda” di un tunnel, “non volendo” incomprensibilmente accettare la soluzione più logica di aggiornare il progetto definitivo già approvato (tempo pochi mesi) ed eventualmente indire una nuova gara, si dà credito a una soluzione già bocciata da decenni come esito degli studi di fattibilità propedeutici all’indizione della gara internazionale (vinta da Eurolink). Ovvero, un Ponte con piloni a mare, incredibilmente giustificato con uno sconcertante “presumibilmente costa meno”. Affermazione priva di riscontro oggettivo e certamente censurabile in un documento ufficiale. Tanto più che per valutarne la realizzabilità sono necessari studi e indagini molto estesi e costosi... Ma quel che più indigna è il fatto che non viene spiegato in linea tecnica il perché si debbano spendere altri 50 milioni per studi di fattibilità già sviluppati nel passato (con non marginali profili di danno erariale), studi che semmai andrebbero semplicemente aggiornati».

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