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Inaugurazione anno giudiziario a Messina, al di là delle cifre contano... gli uomini

La performance registrata in questi ultimi anni del settore giudicante penale della corte d’appello, certificata nella relazione del presidente Michele Galluccio, con un abbattimento impressionante del contenzioso, numeri da primi della classe in Italia, andrebbe studiata e applicata a tutti gli altri ambiti del nostro Distretto per raggiungere gli stessi straordinari risultati. È la dimostrazione che al di là delle cifre contano le donne e gli uomini che ci sono ogni giorno a lavorare sul campo.
È la cosiddetta “buona pratica”, in inglese di tendenza “best practice”, che andrebbe applicata. Basterebbe poco. Dal punto di vista squisitamente amministrativo-manageriale bisognerebbe per esempio organizzare dei seminari in cui, chi ha messo in atto questa performance dovrebbe illustrare agli altri colleghi come lo ha fatto udienza dopo udienza, sentenza dopo sentenza, pomeriggio dopo pomeriggio davanti al computer. Senza le solite lamentazioni dei vuoti d’organico e delle carenze che impediscono di ridurre i tempi della giustizia. I numeri di cui sopra dimostrano che si può fare, anche lavorando a Messina in un Distretto “disagiato”, dove i giudici sono pochi e male equipaggiati.
Perché la riduzione dei tempi della giustizia incide profondamente nel tessuto economico e sociale della città. Pensiamo al fallimento di un’impresa e ai suoi creditori che anelano i ristori, a due coniugi che vogliono separarsi e ragionare sull’affidamento dei figli, agli eredi che attendono di acquisire un patrimonio, ad una parte civile che spera nel risarcimento. Perché tutti devono “marcire” per anni, se non per decenni, per avere giustizia? E se c’è una giustizia che arriva dopo otto o dieci anni, che giustizia è?
In passato ogni pomposa cerimonia annuale era la stucchevole lamentazione del “ci manca tutto” e “possiamo fare poco” con i mezzi che abbiamo. Ma quest’anno, per la prima volta, il ritornello giuridico è cambiato perché oggettivamente c’è già stata in parte, e ci sarà nei prossimi mesi, una immissione in servizio di personale amministrativo senza precedenti, oltre ad uno stanziamento di fondi non indifferenti.
I numeri li ha forniti sabato mattina nella sua interessante relazione il direttore generale del personale del ministero della Giustizia, Giuseppe Cacciapuoti: «Il prossimo 21 febbraio - ha detto tra l’altro -, circa 8000 unità di personale prenderanno servizio in tutti gli uffici giudiziari d’Italia: si tratta di laureati in Scienze giuridiche ed economiche, preventivamente formati con l’ausilio della Scuola superiore della magistratura e della Scuola nazionale dell’amministrazione».
E dalle nostre parti quanti ne arriveranno? Lo ha spiegato sempre lui: «In questo Distretto arriveranno, a completamento delle procedure previste, 148 unità così distribuite: 71 al Tribunale di Messina; 32 alla Corte d’appello di Messina; 28 al Tribunale di Patti; 17 al Tribunale di Barcellona P.G.».
Il dott. Cacciapuoti ha dato poi un chiaro “avvertimento” a tutti: «A seguito dei sopralluoghi svolti presso le sedi della Corte d’appello e dei Tribunali del distretto sono state reperite circa il 25% delle postazioni di lavoro rispetto ai posti previsti per il distretto». È un allarme che, si spera, gli addetti ai lavori abbiano recepito. Significa che ad oggi ben il 75% del personale che arriverà non ha... un posto a sedere nei nostri disastrati tribunali che già scoppiano, non ha... una scrivania e un computer dove poter operare per velocizzare i tempi della giustizia.
Ecco quindi la vera sfida da vincere assolutamente dei prossimi giorni: trovare... un posto a sedere a quel 75% che ancora è... in piedi. Altrimenti sarà tutto inutile.

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