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Messina, Corte d'appello: "Nessuna truffa" nella vendita di immobili nel villaggio di Pace

Si sgonfia al termine del secondo grado di giudizio l’inchiesta della Guardia di Finanza su un giro di truffe immobiliari, che a questo punto non esistevano. Lo ha deciso la Corte d’appello, chiamata a pronunciarsi su una vicenda che all’epoca sfociò in tre arresti. In parziale riforma della sentenza emessa il 2 luglio scorso dalla Prima sezione penale del Tribunale, il collegio adesso ha assolto Antonino Rizzotto e Giuseppe Giuliano «per non aver commesso il fatto»; Vittorio Lo Conti per le truffe commesse in data successiva al 30 luglio 2010, «per non aver commesso il fatto», che incassa anche un non doversi procedere in ordine ai restanti presunti raggiri, in quanto estinti per intervenuta prescrizione. E ancora: dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Giammillaro per un altro capo d’imputazione, per intervenuta prescrizione. Ravvisata invece la responsabilità civile dello stesso Giammillaro in relazione a una posizione (dovrà rifondere le spese processuali liquidate in 900 euro).

Ribaltato, quindi, il verdetto di primo grado, che si era concluso con le seguenti condanne: a Giammillaro 4 anni e 3 mesi, a Lo Conti 2 anni, a Rizzotto 2 anni e 10 mesi, a Giuliano 2 anni e 7 mesi. Per un altro imputato, Lorenzo Saglimbene, dichiarato per un reato «il non doversi procedere per morte del reo» e disposta un’assoluzione nel merito da un altro reato «perché il fatto non sussiste». Assoluzione parziale, poi, per Giammillaro, Lo Conti, Rizzotto e Giuliano. Stando ai capi d’imputazione, formulati dalla Procura in seguito agli accertamenti condotti dalle Fiamme gialle, il gruppo avrebbe stipulato contratti preliminari di vendita relativi a unità immobiliari in corso di costruzione, nella zona del villaggio Pace, in contrada Fortino, i cui lavori di realizzazione non furono mai portati a compimento o di cui non avevano più la disponibilità, essendo stati precedentemente alienati a terzi. Così, gli ignari acquirenti sarebbero stati totalmente raggirati. Lo Conti e Saglimbene avrebbero rivestito in tempi diversi la qualità di amministratori di diritto della “Imprelogi srl”, mentre Giammillaro avrebbe ricoperto il ruolo di amministratore di fatto della stessa ditta. Giuliano e Rizzotto accusati invece, nel ruolo di agenti immobiliari, di procacciare i clienti, ricevendo la provvigione per l’attività di intermediazione. Addebiti cancellati, però ieri dalla Corte d’appello. Nella difesa impegnati gli avvocati Daniela Agnello, Alessandro Billè, Francesca Giuffrè, Antonello Scordo, Giuseppe Carrabba e Roberto Materia. A rappresentare le parti civili gli avvocati Nunzio Rosso e Salvatore Silvestro.

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