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Tutto bene ma c’è sempre l’invalicabile muro azzurro... lo Stretto

Dinamico ha come sinonimi alacre, attivo, energico, propulsivo, scattante, vitale. E i suoi contrari sono fiacco, indolente, inerte, lento, passivo, pigro, sedentario. Bene, con la visita del viceministro Cancelleri s’inaugura l’era dell’attraversamento «dinamico, alacre, attivo, energico, propulsivo, scattante, vitale» dello Stretto, rispetto a quello «fiacco, indolente, inerte, lento, passivo, pigro e sedentario» che evidentemente ha caratterizzato finora il passaggio tra Sicilia e Calabria e, dunque, lo svolgersi-evolversi della linea di continuità territoriale tra Isola e Continente.
Cinquecento milioni di euro sembrano una bella cifra. E i dati e le cifre indicati ieri dal sottosegretario, in conferenza stampa, sono reali, non contestabili. Ma dal Piano nazionale di ripresa e resilienza ci si attendeva qualcosa di diverso, non la polverizzazione di ingenti investimenti che, alla fine, serviranno parzialmente a riammodernare e riqualificare qualche servizio e pezzo di territorio (cosa buona e giusta, ci mancherebbe), ma non a cambiare il corso degli eventi. E invece bisognava fare proprio quello: cambiare il corso della Storia. A una crisi drammatica, epocale, mai vissuta dai tempi della seconda Guerra mondiale, occorreva rispondere con strategie, risorse, misure e strumenti adeguati. E non lo si è fatto.
Navi un po’ più moderne, treni più rapidi e facilmente smontabili, banchine ampliate e elettrificate, stazioni riqualificate: va tutto bene. Ma che nessuno parli di Alta velocità. Perché, anche se si portassero i veri Frecciarossa da Napoli a Reggio Calabria e si trasformasse l’intera rete ferroviaria siciliana e la si dotasse del doppio binario, anche i treni più veloci al mondo si troverebbero davanti, sull’una e sull’altra sponda, un muro.
Un bellissimo muro azzurro, lo Stretto, ma pur sempre un muro. Un ostacolo da superare con gli stessi mezzi e gli stessi metodi degli ultimi due secoli, cioè con i treni a bordo di navi, che devono comunque percorrere la rotta tra Messina e la Calabria, senza potersi dotare di ali.
E, dunque, senza un vero collegamento stabile, senza un Ponte viario e ferroviario, l’Alta velocità è solo una “dinamica”... bugia.

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