Esordisce tra perplessità e timori l’era del Green Pass, il lasciapassare verde per vaccinati o tamponati per avere la possibilità sedersi in un locale al chiuso, bar o ristorante, andare in palestra, al cinema, al teatro, al museo, assistere a convegni e competizioni sportive. I sentimenti dei commercianti messinesi sono un misto di rassegnazione e preoccupazione. Alla vigilia dell’entrata in vigore della misura i commercianti di viale San Martino e dintorni sono pronti ad applicare le nuove regole ma si interrogano sulle difficoltà che comporteranno.
«Ci sarà confusione, la gente non è preparata» dice Letteria De Francesco che gestisce un bar-pasticceria sul viale San Martino, già prima dell’entrata in vigore si è dotata di un App per la verifica del Green Pass. «Mi chiedo se i clienti si abitueranno alle nuove regole e poi ci sono problemi di privacy come faccio a sapere se la persona che mi mostra il Green Pass è davvero il titolare, non posso chiedere i documenti, non sono un pubblico ufficiale. Sicuramente il lavoro diminuirà, perché non tutti sono vaccinati o fanno il tampone, l’alternativa è chiudere la sala interna e lavorare solo all’esterno e al banco».
Preoccupato dell’impatto che avrà sui clienti anche Gino Galletta titolare di un ritrovo via dei Mille: «Ho scaricato l’applicazione e faremo quello che dice il Governo, faremo noi quello che dovrebbe fare chi controlla» dice. «Da un certo punto di vista il Green Pass è giusto - prosegue – ma non lo sono determinate scelte, non si riesce a capire perché puoi consumare al banco anche se non hai il vaccino o il tampone ma non ti puoi sedere al tavolino per consumare, è illogico, ci dovrebbero dare spiegazioni valide e poi c’è il problema della privacy». Non solo i titolari di bar sono preoccupati ma anche tra i ristoratori ci sono molti dubbi.
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