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Messina, le mani dei clan su Provinciale: 34 avvisi di garanzia

Dopo la retata dello scorso 9 aprile, sfociata in 31 arresti, l’inchiesta “Provinciale”, incentrata sul dominio del boss Giovanni Lo Duca nel quartiere di Provinciale, adesso la chiusura delle indagini preliminari. L’ufficio inquirente guidato dal procuratore Maurizio De Lucia ha infatti portato a termine il suo lavoro e notificato 34 avvisi di garanzia. A firmare l’atto il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della Direzione distrettuale antimafia Liliana Todaro, Federica Rende e Roberto Conte. Destinatari Mario Alibrandi, Emmanuele Balsamo, Carlo Cafarella, Antonia Cariolo, Ugo Ciampi, Letterio Cuscinà, Tyron De Francesco, Gabriella De Luca, Giovanni De Luca, Rossella De Luca, Giuseppe Esposito, Vincenzo Gangemi, Serena Ieni, Emanuela Laganà, Graziella La Maestra, Anna Lo Duca, Giovanni Lo Duca, Giuseppe Marra, Domenico Mazzitello, Mahamed Naji, Mario Orlando, Ernesto Paone, Francesco Puleo, Maria Puleo, Domenico Romano, Antonio Scavuzzo, Kevin Schepis, Antonino Soffli, Francesco Sollima, Salvatore Sparacio, Antonino Summa, l’ex consigliere provinciale Natalino Summa, Giuseppe Surace e Giovanni Tortorella.
Tre le attività di indagine racchiuse nell’ordinanza del gip (quella del Nucleo investigativo dei carabinieri relativa a Lo Duca, quella del Gico della Guardia di finanza su Sparacio e un’altra della Squadra mobile col fiato sul collo di Giovanni De Luca) che hanno fatto emergere estorsioni, scommesse illegali, traffico di droga, condite da intimidazioni, violenze, pestaggi e spedizioni punitive. Tutto doveva essere sottoposto al boss, dai “permessi” a delinquere alle controversie più estreme: una donna della zona, in un caso, si rivolse a lui per far sì che un pregiudicato “liberasse” il figlio minorenne, di fatto sequestrato per via di alcune offese pubblicate su Facebook.

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