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Nemo a Messina, la Regione rinvia la decisione sul progetto Irccs. Navarra: "Un delitto"

La schizofrenica giornata di mercoledì ha segnato una linea di confine, nell’intrigo legato al centro clinico Nemo Sud. E la conferma si è avuta ieri, sia con le dichiarazioni rese da Ruggero Razza, che nel pomeriggio è stato a Messina, sia con un passaggio che si sarebbe dovuto consumare nella Giunta regionale e che, invece, è stato messo in stand-by.
«I pazienti – ha detto Razza – non devono pagare inefficienze burocratiche o illegittimità. Sto continuando a interloquire con tutti i soggetti istituzionali, ma il servizio va ricondotto nell’ambito delle regole. Non è sbagliato affermare che tutto debba avvenire dentro una cornice di regole, che non rendano illegittime le procedure. Procedure che non possono che essere di evidenza pubblica».
Anche qui, “ricondurre” nell’ambito delle regole significa che in precedenza l’ambito era diverso. Eppure, nel settembre 2019, i quattro esperti incaricati dalla Regione ad eseguire una «verifica documentale» dei rapporti tra Policlinico e Nemo Sud – dopo i dubbi sollevati da un’interrogazione parlamentare del M5S e da un esposto in Procura del prof. Roberto Dattola (ordinario di Medicina fisica riabilitativa dello stesso Policlinico) – conclusero, come si evince dalla relazione di cui siamo venuti in possesso, che «l’assessorato (alla Salute, ndc) non solo era a conoscenza dell’esistenza del progetto, ma ne ha condiviso i contenuti».
Razza non ha fatto cenno, ieri, ad un passaggio che si sarebbe dovuto consumare durante la riunione della Giunta Musumeci di ieri e che, invece, è saltato. All’ordine del giorno era prevista, infatti, la presa d’atto (“apprezzamento” è il termine tecnico) della «Sperimentazione gestionale presso l’Irccs Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Messina», ai sensi di un decreto legislativo, il 502 del 1992, che autorizza convenzioni triennali tra strutture del Servizio sanitario nazionale e soggetti privati. L’Irccs ha già tutto pronto: si prevedono 23 posti letto per malattie rare neuromuscolari, attraverso, appunto, un eventuale partenariato con Nemo Sud. Ma questo punto, alla fine, è stato rinviato a martedì prossimo.

La dichiarazione dell’on. Pietro Navarra

“La vicenda NeMo Sud rappresenta l'ennesima conferma, per chi ne aveva ancora dubbi, dell'assoluta inadeguatezza del governo della sanità in Sicilia. Abbiamo assistito a tutto e il contrario di tutto: dichiarazioni roboanti disattese dai fatti, disposizioni assessoriali platealmente disattese dall'Azienda ospedaliera universitaria, il Presidente della Regione Musumeci che viene clamorosamente smentito dall’Assessore Razza, il Commissario Straordinario nominato direttamente dall’Assessore che qualifica le disposizioni di quest'ultimo come conducenti verso il procrastinarsi di presunti ‘profili di illegittimità’.
Purtroppo, questo indecoroso e triste spettacolo va in onda mentre 5000 pazienti affetti da gravi malattie neuromuscolari rischiano di perdere definitivamente il loro punto di riferimento per le cure che necessitano e oltre 50 operatori sanitari perderanno il proprio posto di lavoro.
L'incapacità mista a malafede delle istituzioni sanitarie regionali e cittadine si manifesta in tutto il suo squallore di fronte all'intera città che sconcertata assiste a questo incomprensibile comportamento, giocato sulla pelle dei malati e di chi li cura: quasi 45.000 cittadini sottoscrivono una petizione e l'intero Consiglio comunale vota unanime una mozione per salvare il Centro NeMO mentre le Organizzazioni Sindacali, CGIL, CISL e UIL, su iniziativa di quest’ultima, partecipano a un sit-in di protesta di fronte alla prefettura per condannare l’inerzia della Regione e chiedere l'intervento del Prefetto.
Intanto il Centro NeMO chiude per opera dei rappresentanti di quelle stesse istituzioni sanitarie che fino a qualche mese fa ne osannavano i meriti, tutti in prima fila nelle iniziative di raccolta fondi o nelle conferenze stampa in cui si annunciavano nuove sperimentazioni cliniche, ma che in questi giorni ne stanno sottoscrivendo il certificato di morte. Un certificato di morte inspiegabile, perché nessuno di questi signori è stato capace di illustrare all’opinione pubblica le ragioni delle proprie scelte prese in modo contraddittorio e incomprensibile sulla base di presunte illegittimità che, a corrente alternata, vengono tirate fuori all'occorrenza per assecondare un piano – sempre che ce ne sia uno – scellerato e oscuro.
Ma quali sono queste presunte illegittimità? Nessuno di preciso lo sa, ma esse sembrerebbero legate al “rapporto convenzionale” tra l'AOU e la Fondazione Aurora che gestisce il Centro NeMO. Su questo tema, però, emerge una significativa contraddizione nei comportamenti e nelle scelte del management aziendale, così come in quelli dell’Assessorato alla Sanità. Se ci fossero dubbi di illegittimità nella convenzione, di cui i vertici dell’AOU sembrerebbero essersi accorti oltre un anno addietro, perché non hanno a quel tempo revocato la convenzione? Come mai, nonostante le note perplessità dell’AOU, qualche giorno fa l’Assessore Razza dispone la proroga della convenzione in essere tra il Policlinico e la Fondazione Aurora che gestisce il Centro NeMO? Forse perché i dirigenti dell’Assessorato nella primavera del 2019 avevano eseguito una verifica documentale in merito all'affidamento dei posti letto per la riabilitazione neurologica al Centro NeMO nella quale non soltanto non si rilevavano elementi di criticità, ma emergeva con evidente chiarezza il percorso di piena condivisione delle scelte tra Assessorato e Azienda Policlinico?
Quindi, se da un lato l’Assessorato e l'Azienda ospedaliera universitaria sembrerebbero essere disallineati sul punto dall’altro, in questo schizofrenico gioco delle parti, non si comprende chi tra Ruggero Razza o Piero Bonaccorsi sia l’Assessore e chi il Commissario Straordinario. Se fosse Razza l’Assessore, come dovrebbe essere, alla nota di Bonaccorsi, in cui questi paventa ipotetiche illegittimità connesse all’esecuzione delle disposizioni dell’Assessorato, dovrebbe seguire la cessazione del rapporto fiduciario tra i due e la revoca del Commissario straordinario. Se ciò non accade, come evidentemente sta succedendo, l’Assessore Razza mostra la sua inadeguatezza al ruolo che ricopre, rimangiandosi le sue disposizioni e uscendo sonoramente schiaffeggiato e fortemente ridimensionato dai suoi sottoposti.
Ma realmente si pensa che il destino di malati e dipendenti del Centro Nemo possa essere gestito via mail o carta bollata e attraverso dichiarazioni vaghe alla stampa, da parte di chi riveste incarichi pubblici? Come si può pensare che, dietro la proroga arrivata in extremis e poi rivelatasi inutile, non fosse indispensabile un’interlocuzione preliminare?
A fronte dell’incredibile cortocircuito politico-amministrativo, infine, non c'è una voce responsabile, tra coloro i quali hanno il potere per decidere, che si leva per dire: innanzitutto le cure a chi ne ha urgente bisogno, le garanzie per i lavoratori, la salvaguardia di un'eccellenza che non ha riscontri da Napoli in giù.
NeMO, purtroppo, va via da Messina: un delitto, con tanto di aggravante, visto che a rimanere al loro posto sono i responsabili di questo disastro”.

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