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Messina arriva il bianco... speranza

Oggi primo giorno in zona bianca dopo un anno di lockdown: cadono il coprifuoco e anche molte restrizioni nei locali. Tutti pronti a riconquistare spazi di libertà persi per la pandemia. Per il settore ristorazione. E' il momento della verità: salvarsi o chiudere dipende da questa estate. Il 20% dei bar ha mollato

Messina va in bianco e spera che sia davvero l'ultima volta che deve avere a che fare con il lockdown. Stop al coprifuoco, meno limiti per chi va al ristorante o al bar, possibilità di spostamento fra le regioni. Primo giorno d'estate, dunque, primo giorno di libertà. Ne possono approfittare i messinesi che finalmente possono programmare le uscite con gli amici, gli appuntamenti serali e anche un po' di vacanza. Ma c'è chi invece proprio adesso deve rimboccarsi le maniche dopo interminabili mesi di chiusura e incertezza. È il comparto commerciale della ristorazione, dei bar, dell'accoglienza, del divertimento. Uno di quelli che in città dà da mangiare a non meno di 15.000 famiglie, indotto compreso. Uno dei motori del turismo locale.

«Già in questo mese, con le progressive riaperture - commenta Alberto Palella presidente di Confesercenti - si sono visti i primi segnali di ripresa. La voglia di socializzare, divertirsi, viaggiare è tantissima quindi gli auspici sotto tutti i profili sono dei migliori. Per il settore turistico ricettivo la green card sarà di grande aiuto per rivedere finalmente i turisti nella nostra provincia e le nostre perle, Taormina e Eolie, stanno ricevendo molte prenotazioni. Ma le previsioni di ripresa sia per questo che per il prossimo anno, per molte aziende, potrebbero non bastare a coprire le voragini economiche creatasi in questi mesi. Servono dei reali riani di sviluppo perchè il nostro tessuto economico rimane ancora troppo debole e non facciamoci illudere dai ristoranti o dagli alberghi pieni».

Per Carmelo Picciotto presidente di ConfCommercio «il ventuno giugno segna la fine  del lockdown. Siamo certi che questo contribuirà a infondere positività e fiducia nei consumatori e questo a vantaggio ovviamente dell'economia interna. In atto la situazione vede una grossa perdita nel settore dei pubblici esercizi colmata solo per il 50% dalle nuove aperture. Faremo di tutto per accelerare la ripresa economica creando reti intelligenti tra gli operatori e cercando di accorciare i tempi per una vera ripartenza. In città occorre una riorganizzazione dei centri storici, la revisione dell'arrivo dei croceristi e dei turisti, il recupero dei consumi interni a livelli pre crisi per salvaguardare l'occupazione. E anche un piano di movida sostenibile». Ma tanti che si riverseranno per le strade cittadine in questa estate, noteranno decine di saracinesche abbassate.

«Solo per restare al corso Cavour, ci sono 4 bar che hanno chiuso - spiega Benny Bonaffini, vice presidente nazionale della Fiepet - Credo che questo sia il settore che ha più pagato la crisi, in città almeno uno su 5 non si è rialzato. L'entrata della Sicilia in zona bianca sarà vissuta dalla ristorazione come la fine di una guerra mondiale. Ma dopo la distruzione bisogna rimboccarsi le maniche ed affrontare la ricostruzione. Il 30 giugno scadrà il termine del divieto di licenziamento e le aziende, che non hanno richiesto la cig con causale Covid fino ad ottobre, potranno licenziare. Buona parte delle imprese della ristorazione, secondo l'andamento degli incassi da qui a fino giugno, deciderà se licenziare o se mantenere gli organici integri nella speranza di affrontare una stagione estiva fruttuosa».

I buoni dati di alberghi e B&B

Chi intravede la luce in fondo al tunnel è il settore ricettivo. Alberghi, bed and breakfast, case vacanze della città stanno ricevendo moltissime prenotazioni. Una spinta determinante per l'economia locale visto che quella che arriva da questo ambito turistico è una iniezione di soldi freschi, una spinta economica che non consuma energie del stesso territorio. «Dopo un anno stiamo avendo prenotazioni di turisti stranieri. Siamo anche piuttosto emozionati - dice Enrico Russo, responsabile dell'associazione gestori ospitalità e ricettiva diffusa di Messina che raccoglie, in particolar modo, chi si occupa dei b&b - Vedo arrivare molte prenotazioni dalla Francia. Anche la scorsa estate andò piuttosto bene, ma arrivarono solo italiani. La ricettività cittadina, in molti casi, ha già quasi tutto il calendario pieno fino ad agosto e sono convinto che presto sarà pieno. La zona bianca, toglierà i dubbi anche agli ultimi diffidenti. Credo che quest'anno ci possa essere maggiore consapevolezza. Il turista sa come muoversi, come approcciare il tema della sicurezza. Anche perchè a differenza dell'anno scorso, nessuno dà per scontato che sia tutto finito. Qualche esempio? Alcuni già chiedono di non avere il cambio delle lenzuola per non avere estranei in camera. Io continuerò a servire la colazione in camera o all'esterno con un buffet ridottissimo. Sono anche riuscito a tenere gli stessi prezzi del 2019, ma non sono sicuro che tutti quanti lo faranno. Quest'inverno abbiamo lavorato il 30% rispetto ad un anno normale. Una disdetta». A nome degli albergatori della Confesercenti parla Daniela Vinciullo. «Mi sembra che la ripresa sia arrivata prima del previsto. Le prime prenotazioni, specie per le residenze turistiche, sono arrivate già a gennaio o a febbraio. In albergo, per ora, sono più gli italiani ad essersi fatti avanti. Meno gli stranieri. Ma quello che non è ripartito quasi del tutto è il turismo dei gruppi. Non ci si muove con grandi numeri, piuttosto famiglie e piccole comitive di amici. Come l'anno scorso mi sembra che ci sia parecchio turismo di prossimità. La gente si sente più sicura se resta vicino casa. La zona bianca può essere utile di certo. Su questa estate sono molto ottimista, ma da ottobre in poi temo che possano tornare le restrizioni e i tempi bui».

 

 

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