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"Sacco di Salina", al via l'udienza preliminare per gli 83 imputati

Ad amministratori comunali, ex amministratori, tecnici pubblici e privati si contesta anche l'associazione a delinquere per i componenti di due presunti "comitati d’affari» che avrebbero gestito affari sul territorio

Il tribunale di Messina

E’ cominciata nell’aula bunker carcere di Messina l’udienza preliminare che vede imputate 83 persone per il cosiddetto «sacco di Salina» alle Eolie. Agli indagati, tra amministratori comunali, ex amministratori, tecnici pubblici e privati, si contestano reati a vario titolo, dall’associazione a delinquere per i componenti di due presunti "comitati d’affari» che avrebbero gestito affari sul territorio e le attività amministrative nei comuni di Santa Marina Salina e Malfa, al concorso in abuso d’ufficio e alla falsità in atti pubblici, reati quali corruzione, peculato, turbativa di pubblici incanti, omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale, rivelazione di segreti d’ufficio.

Per la mole del procedimento l’udienza dal tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto si è dovuta trasferire nella città dello Stretto. Il gup Giuseppe Sidoti nella prima udienza oltre a menzionare l'elenco degli imputati, ha preso atto della richiesta di costituzione di parte civile del capo tecnico del Comune di Santa Marina Salina Giuseppe Caravaglio (che è tra gli imputati) nei confronti degli amministratori e degli ex amministratori e dei tecnici.

Il periodo dell’indagine va da marzo 2014 - ottobre 2017. Secondo il capo d’imputazione del piemme Federica Paiola: "Tra gli amministratori comunali dell’epoca, tecnici pubblici e privati in modo particolare si sarebbe formata una associazione al fine di trarre vantaggi anche immateriali di natura personale, con lo scopo di commettere veri delitti contro la pubblica amministrazione». E ancora «controlli sulle costruzioni abusive che sarebbero stati fatti «pro forma», non accertando tutti gli illeciti verificati e non segnalandoli all’autorità giudiziaria; rivelazioni di notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete». La procura avrebbe anche accertato il pagamento di una somma di 50 mila euro ad un ex amministratore comunale di Santa Marina Salina da parte di un imprenditore per consentire un cambio di destinazione d’uso di un magazzino.

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