Lo avevano accusato addirittura di crimini informatici per una serie di accessi al sistema web del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, effettuati dall’ottobre al novembre del 2014, quando il suo rapporto di lavoro era ormai concluso. Eppure il funzionario comunale Stefano Magnisi, che per un periodo fu ragioniere capo al Cas in distacco da Palazzo Zanca, finito nel tritarcarne giudiziario, lo aveva gridato sin da subito, quando iniziò il processo di primo grado: avevo redatto il bilancio, poi andai via per contrasti con l’allora presidente Faraci, gli accessi li effettuai solo per richieste di funzionari e colleghi che avevano bisogno di supporto per chiarire alcuni aspetti del bilancio da inviare alla Regione, e quando le procedure si conclusero non effettuai più alcun accesso.
Ma questa sua difesa, in primo grado non venne accolta dal giudice monocratico, che lo condannò a un anno e dieci mesi di reclusione (pena sospesa). La prima tappa di un incubo giudiziario, oltretutto per aiutare gli ormai ex colleghi a capirci qualcosa nel bilancio che aveva redatto lui stesso. Adesso però i giudici d’appello hanno rimesso le coste a posto, perché in secondo grado Magnisi è stato assolto dall’accusa di accesso abusivo al sistema informatico del Cas con la formula «perché il fatto non sussiste», così come avevano chiesto i suoi difensori, gli avvocati Nicola Giacobbe e Gianluca Gullotta.
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