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Messina, la decisione sullo stadio "Scoglio": tra le ipotesi la gestione a una Partecipata

Le “controdeduzioni” presentate dall'Fc Messina al Comune nell'ambito dell'iter di affidamento pluriennale dello stadio “Franco Scoglio” pare non abbiano convinto del tutto il Rup Salvatore De Francesco. Il Responsabile unico del procedimento aveva, nelle scorse settimane, chiesto al club giallorosso ulteriori chiarimenti su alcuni aspetti della proposta (unica nella gara): cinque punti che riassumevano gli ambiti “fragili” evidenziati nell'ormai nota “relazione Vermiglio”.

Cosa accadrà adesso? La palla resta al Rup De Francesco che dovrà comunque pronunciarsi, in un senso o nell’altro.  Proposta di non aggiudicazione o ritiro del bando in autotutela? Secondo quanto filtra, il dirigente sarebbe pronto a stilare un dettagliato “rapporto” contenente i motivi per cui, secondo lui, l'ente non dovrebbe affidare l'impianto per 99 anni (ricordiamo che in origine la parentesi a bando era di 30).

Cosa accadrà in caso di, a questo punto possibile, fumata nera? La Stazione appaltante non è tenuta a rimborsare alcun onere o spesa sostenute dalle imprese offerenti per la preparazione e la presentazione delle offerte medesime, anche nel caso di successiva adozione di provvedimenti in autotutela che comportino la mancata aggiudicazione. Appare scontato, però, che l’Fc possa ricorrere alle vie legali. Sul piano operativo l'Amministrazione comunale starebbe studiando sotto traccia un “Piano B”, cioè affidare a una partecipata un blocco di 2-3 impianti (sarebbero compresi anche il “Celeste” e il “Bonanno” dell'Annunziata) da gestire e per i quali programmare eventuali processi di restyling o adeguamento. 

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