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Barcellona, il racket vuole alzare il tiro e guarda alle operazioni immobiliari

C’è una nuova linfa antiracket a Barcellona e nel suo hinterland, dove la pressione mafiosa a imprenditori e commercianti non smette mai di essere esercitata, ed è modulata a seconda delle operazioni delle forze dell’ordine, con regressioni solo apparenti nei periodi di maggiore contrasto da parte dello Stato.
Eppure, la presenza sul territorio di un circuito virtuoso contro le richieste estorsive è fondamentale per non basarsi soltanto sul momento repressivo, per far comprendere a tutti che la denuncia è il solo modo per spezzare la catena delle richieste di pizzo, di materiale, di subentro nella conduzione di una ditta tartassata, oppure nei prestiti a “strozzo” mascherati da aiuto dei soliti amici dei clan.
Ecco quindi che un gruppo di imprenditori e commercianti ha creato proprio a Barcellona, dove Cosa nostra ha purtroppo creato da decenni la sua “famiglia”, la sezione di “Rete per la Legalità - Sos Impresa”. Per rilanciare in maniera forte il messaggio antiracket ed essere sempre vicino a chi denuncia. Abbiamo intervistato i membri del nuovo gruppo, che hanno scelto come presidente l’imprenditore Rosario Triolo e come coordinatore provinciale l’imprenditore e vivaista Tindaro Maio.
Cosa vi ha portato a questa nuova scelta nel mondo dell’antiracket, com’è composto il gruppo?
«È composto da uomini e donne, imprenditori ed imprenditrici del territorio, tra cui, alcuni imprenditori che hanno denunciato in diverse operazioni antimafia. I soci sono tutti sul territorio, da Barcellona ad Oliveri comprendendo, ovviamente, anche i paesi montani. In questa fase, anche per indagini in corso, preferiamo non divulgare i nomi, basta quello del nostro vicepresidente nazionale Pippo Scandurra, da sempre vicino a tutti gli imprenditori del territorio. Un grande lavoro è stato ed è tutt’ora svolto dal presidente onorario dell’associazione di Barcellona, il dott. Stefano Vento. All’unanimità si è deciso di aderire a “Rete per la Legalità - Sos Impresa”, creando così una rete con le altre associazioni del territorio siciliano e nazionale».
La situazione sul territorio è preoccupante dal vostro osservatorio, in che fase siamo?
«Sul territorio sembra ci sia un’apparente calma, però da informazioni in nostro possesso sottotraccia la mafia cerca di infiltrarsi nelle attività economiche. I componenti del direttivo incontrano a cadenza quindicinale i rappresentanti delle forze dell’ordine di Barcellona, per fare il punto sulla situazione».
Quali sono gli obiettivi che vi siete posti con questo “nuovo inizio”?
«Non è proprio un nuovo inizio, ma la prosecuzione di quanto fatto negli anni con l’innesto di nuova linfa, con nuovi soci ed una nuova sigla. Saremo presenti con costanza sul territorio».
Quali sono i casi più urgenti su cui bisogna muoversi?
«Bisogna attenzionare le attività sul territorio, come il vivaismo ed i suoi fornitori, il movimento terra, le operazioni immobiliari e quanto gira attorno alle attività più redditizie, non perdendo di vista il fenomeno dell’usura che in questo particolare momento è più “interessato” che mai».
Ci sono peculiarità mafiose forti a Barcellona, rispetto agli altri territori della zona tirrenica. La società civile non risponde o risponde alle vostre sollecitazioni, siamo di nuovo nell’oscurantismo in cui si piombò negli anni ’80?
«Barcellona, Terme Vigliatore, Mazzarrà S. Andrea, Merì ed i paesi limitrofi sono, purtroppo, la culla della mafiosità, anche se in questo momento se la situazione sembra più calma, ma non lo è. Sicuramente non è più il periodo dell’oscurantismo, gli imprenditori, soprattutto grazie alle associazioni antiracket hanno sempre più la misura della loro forza e del grande potere della denuncia».
Le adesioni di questa prima fase vi soddisfano o no?
«Tantissimi imprenditori si sono avvicinati spontaneamente, altri avvicinati da noi sono stati ben contenti di aderire, anche per le attività e i convegni svolti a Barcellona a carattere nazionale. Alcuni soci sono stati anche cooptati nell’assemblea nazionale di “Sos Impresa - Rete per la Legalità”».

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