È una ferita che sanguina quella aperta dal covid nell’economia del messinese. Le cicatrici, quando si formeranno, saranno indelebili in tutta questa generazione di imprenditori e commercianti. I dati che la Camera di Commercio ha sviluppato a consuntivo del 2020, confermano alcune sensazioni e ne smentiscono altre. I nove mesi di lockdown, nelle varie modulazioni, in provincia di Messina non hanno affatto portato alla sparizione di aziende, anzi al contrario il saldo è positivo. Ma hanno avuto come effetto immediato quello della perdita di migliaia di posti di lavoro. Il Covid, per la precisione, si è portato via 3.645 addetti delle aziende del messinese. Il 3% della forza lavoro del 2019 non ha trovato occupazione l’anno scorso.
Un dato che ha cancellato i passi in avanti registrati due anni fa e che ha impoverito le famiglie costrette a far ricorso a tutti i sussidi messi a disposizione dallo Stato e dagli enti locali. Dei 3.645 lavoratori persi l’anno scorso, 2.009 sono della città di Messina (si è passati da 45.303 del 2019 ai 43.294 del 2020) che veniva da un saldo di +846 dell’anno precedente. E tutto questo è avvenuto in un periodo in cui sono previsti il blocco dei licenziamenti e una larga cassa integrazione. Due paracadute senza i quali i numeri sarebbero ben più tristi.
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