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Messina, mazzette da 1000 euro per “pacchi” di voti

La maxi inchiesta della Procura che ha focalizzato l’attenzione sulle consultazioni siciliane del 2017

Pacchetti da mille, mille e trecento euro. Da distribuire ai “grandi elettori” della provincia di Messina sparsi tra la città e i vari centri della zona tirrenica. Per incamerare voti e far eleggere all’Ars nel 2017 il milazzese d’adozione Santo Catalano. L’ex deputato, eletto nel 2008 con l’Mpa, poi dichiarato decaduto per una condanna per abusivismo edilizio, in quel periodo ha avuto «stretti contatti» con l’ex consigliere provinciale di Messina Carlo “Roberto” Cerreti, così come hanno documentato gli investigatori della Dia di Messina. Ma la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2017 non è l’unica competizione che gli investigatori della Dia hanno “ascoltato” seguendo le mosse telefoniche di Cerreti, perché a quanto pare ci sarebbero una serie di intercettazioni che riguarderebbero tra l’altro la corsa a sindaco di Messina del 2018 e quella a sindaco di Fondachelli Fantina nello stesso anno. È tutto nei faldoni della nuova, clamorosa inchiesta che adesso è sul tavolo dei magistrati della Dda di Messina, al centro casi di presunta corruzione elettorale che si sarebbero verificati su più fronti e in più centri della provincia, non soltanto nel capoluogo, e non soltanto con dazioni “fisiche” di denaro ma anche attraverso bonifici bancari “regolarmente” trasferiti ai galoppini elettorali.

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