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I dati 2020 della Questura di Messina: in calo furti e rapine, più crimini sul web

Impegno anche sul fronte dei migranti: quasi raddoppiati i numeri delle persone identificate

La fotografia di una città più sicura, dove i reati tradizionali come furti e rapine sono in calo rispetto al 2019, anche per i lockdown, in un contesto comune a tutti dove invece crescono esponenzialmente i reati a sfondo informatico sul web, come le truffe e le Sexestorsion (che sono passate da 8 a 46). Un grande lavoro anche sul fronte dei migranti - quasi raddoppiati i numeri delle persone identificate durante gli sbarchi rispetto al 2019 - e delle navi della speranza in arrivo nel nostro porto (9 quest’anno, 7 nel 2019), mentre calano vistosamente le altre presenze nel nostro porto. Sono questi i dati salienti diffusi ieri dalla Questura che raccontano un anno difficile come il 2020 per la polizia a Messina e nella sua provincia, dove i lockdown, i divieti, le proibizioni per decreto ministeriale hanno contrassegnato per parecchi mesi il lavoro degli operatori, in strada e negli uffici. Ma ecco tutti i numeri del 2019.
Generali. Arresti 256, Persone denunciate in stato di libertà 1453, Persone identificate 80666, Veicoli controllati 56007, Posti di controllo effettuati 5963, Controlli domiciliari a persone sottoposte a misure di prevenzione, di sicurezza, cautelari e misure alternative alla detenzione 17547.
Delitti commessi. Omicidi 1 (3 nel 2019), Omicidi tentati 5 (2), Lesioni dolose 122 (158), Violenze sessuali 16 (13), Furti 516 (832), Ricettazioni 11 (31), Rapine 38 (56), Estorsioni 19 (33), Truffe e frodi informatiche 388 (323), Danneggiamenti seguiti da incendio 38 (47), Danneggiamenti 210 (202).
Ufficio minori. Minori non accompagnati collocati in comunità 69.
Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica. Fotosegnalamenti 2282. Ufficio passaporti. Passaporti rilasciati 4358 (drastico calo). Ufficio licenze. Licenze rilasciate 319. Porto d’armi. Rilasciati/rinnovati 1844.
Ufficio immigrazione. Rilascio\rinnovo permessi di soggiorno 4215 (5618 nel 2019), Richieste di cittadinanza italiana 330 (332), Permessi di soggiorno rigettati\revocati\archiviati 106 (149), Provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale di cui: espulsioni 54 (52), respingimenti 210 (25), allontanamenti cittadini comunitari 3 (5). Totale sbarchi 9 (7 nel 2019), Persone identificate e accolte durante gli sbarchi 1087 (571), Istanze di protezione internazionale definite 238 (305).
Polizia stradale. Persone identificate 19851, Persone denunciate in stato di libertà 41, Persone arrestate 8, Servizi con autovelox 257, Conducenti controllati con precursori ed etilometri 8758, Pattuglie 7337, Verbali al CdS 14406, Veicoli controllati 9850, Posti di controllo 4850.
Polizia ferroviaria. Persone identificate 22637, Persone denunciate in stato di libertà 22, Persone arrestate 7, Pattuglie in stazione 1761, Pattuglie a bordo treno 321, Treni scortati 664, Minori rintracciati 8
Polizia marittima. Persone controllate 29394, Persone denunciate in stato di libertà 6, Persone arrestate 0, Visti 20, Shore pass (Permessi brevi visita città per i marittimi) 11998, Imbarchi 591, Pattuglie 708, Imbarcazioni (Crociera-Commerciali-Diporto) 383, Posti di controllo 255.
Polizia postale. Truffe on line 286, Pedopornografia: Detenzione 0, Divulgazione 3, Adescamenti 4, Perquisizioni 7, Gbyte materiale sequestrato 4289 Reati contro la persona: Diffamazione 25, Molestie 7, Minacce 3, Stalking 1, Sexestorsion 46. Computer crime: Phishing 15, Furto identità digitale 78, Attacchi informatici 22, Pagamento telematico e uso illecito dei codici 332.
Sul fronte delle operazioni, se il 2019 con la “Flower” - focalizzata su una serie di “giovani leve criminali” molto pericolose che giravano in città infettando la movida -, ha avuto un seguito alcun settimane addietro, il 19 novembre, con la cattura del boss emergente Giovanni De Luca, latitante per oltre un anno, il 2020 è stato contrassegnato dall’indagine “Ottavo cerchio” della Squadra Mobile. L’operazione “Ottavo cerchio” (il riferimento e all’Inferno dantesco), che fu condotta nel marzo scorso dalla polizia, ruota intorno ad un giro di “mazzette” che avrebbe coinvolto imprenditori e funzionari pubblici, dal Genio civile al Comune di Messina. Un’inchiesta con undici arresti, quattordici indagati, nella quale è coinvolto anche un autista giudiziario della Procura, accusato di essere una “talpa” che avrebbe fornito informazioni sugli spostamenti del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, parlandone con uno degli indagati.

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