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La ricercatrice messinese Patrizia Mondello tra i vincitori di Young Investigator Awards

Ricercatrice messinese del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York si è aggiudicata il Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie

La ricercatrice messinese Patrizia Mondello è tra i 5 giovani vincitori degli Young Investigator Awards assegnati da ISSNAF, la fondazione che riunisce migliaia di scienziati e accademici italiani attivi in laboratori, università e centri di ricerca in Nord America. Storie di giovani menti brillanti che in diversi campi, dalla medicina, all’ingegneria, alla computer science, tengono alto il nome della nostra ricerca negli Stati Uniti e in Canada. Fra loro c'è anche Patrizia Mondello, che con il suo studio ha dato un importante contributo nella cura dei linfomi B. 
Gli Young Investigators Awards 2020 sono stati assegnati a cinque giovani ricercatori per il loro contributo significativo alla ricerca in ciascuno dei quattro settori specifici dei premi, di cui uno assegnato ex-aequo a due vincitori: dalla lotta al Covid-19 alla cura di linfomi particolarmente aggressivi, dalla previsione degli effetti del cambiamento climatico alle indagini sulla presenza di acqua su altri pianeti, fino allo studio della dinamica degli elettroni nei materiali. Alba Grifoni, ricercatrice romana del La Jolla Institute for Immunology (California) ha vinto l’Embassy of Italy Award destinato quest’anno ai ricercatori che lottano contro il Covid-19.
Patrizia Mondello, ricercatrice messinese del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York si è aggiudicata il Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie. A Marco Bernardi, docente a Caltech, e Marzia Parisi, ricercatrice NASA/JPL, entrambi romani, è andato ex aequo il Franco Strazzabosco Award per l’ingegneria. Stefano Ermon, originario di Trento e professore alla Stanford University, ha ricevuto il Mario Gerla Award per la ricerca nelle scienze informatiche. Patrizia Mondello, "advanced oncology fellow" al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, studia il linfoma diffuso a grandi cellule B, uno dei tumori più aggressivi, con mutazione genomica del gene CREBBP. Le sue ricerche hanno portato a trovare il meccanismo che consente di riattivare il sistema immunitario e di inibire la proliferazione delle cellule linfomatose. Un sistema che, lavorando in sinergia con alcuni farmaci immunoterapici, è in grado di eradicare i tumori. E’ una scoperta straordinaria che ha avuto anche il via libera dall’FDA, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei farmaci, tanto che a gennaio 2021 il trattamento potrebbe essere sottoposto ai primi pazienti.

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