Aurelio Visalli è morto da eroe nel tentativo di salvare due ragazzi in mare a Milazzo e, come scrive Giovanni Petrungaro sulla Gazzetta del Sud in edicola, oggi proprio per questo è opportuno che questa tragedia non abbia dei coni d’ombra. Sia la moglie, che i cognati pretendono risposte trasparenti, convinti che il loro Aurelio «non è morto per una fatalità, ma per l’incompetenza di chi l’ha mandato a salvare due ragazzi senza un giubbotto, senza funi, senza mezzi...».
Le testimonianze saranno fondamentali nell'indagine. Come quella dell’ex calciatore del Messina, Gaetano Beninato. «Li ho visti arrivare in tre, su auto della Guardia Costiera – ha detto – si sono spogliati, sono rimasti in slip, avevano solo dei salvagente. Erano davvero senza alcuna attrezzatura. Sono entrati in acqua, per tentare di salvare il ragazzo in difficoltà, Visalli era quello che andava più avanti. A un certo punto, deve avere avuto la sensazione che le onde stessero portando via il ragazzo più vicino, e si è addentrato ancora di più. È stato un attimo, un’onda, poi un’altra, e non lo abbiamo più visto. Nel momento in cui è scomparso, i compagni hanno provato a cercarlo, poi uno è uscito e ha chiamato i soccorsi».
L'articolo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina
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