E guai a spegnere i riflettori. Perché quando si abbassa la guardia, si vanifica tutto quello che è stato fatto in precedenza. Li abbiamo beccati, come direbbe il sindaco Cateno De Luca. Nonostante la chiusura dei varchi di accesso, malgrado l’Autorità portuale abbia messo i lucchetti ai cancelli e murato le aperture delle cosiddette “grotte” della Real Cittadella di Messina, qualcuno si è introdotto nell’area della fortezza seicentesca e l’ha occupata abusivamente. Un comodo divano, sedie, tappeti, con tutto il contorno di vecchie suppellettili e di rifiuti di nuovo sparsi tutt’intorno. Erano stati rimossi solo qualche giorno fa, durante le operazioni di sgombero dei locali occupati da una decina di persone.
Per governare il nostro territorio - si legge sulla Gazzetta del Sud in edicola - lo si dovrebbe “militarizzare” e questo ovviamente non è possibile. E allora come se ne esce, da questo circolo vizioso, dove si aggiusta una cosa e se ne rompe un’altra, dove non si fa in tempo di avviare un’importante azione di risanamento che subito si espandono altre aree di degrado e si verificano fenomeni di inciviltà e di barbarie? Non spegnendo mai i riflettori. Questa è l’unica risposta possibile.
Le demolizioni e gli sgomberi, sia chiaro, sono stati passi avanti non da poco, ma da soli non sono sufficienti. Quello costituito lodevolmente dal presidente dell’Authority Mario Paolo Mega e dall’assessora alle Politiche del Mare della Giunta De Luca Dafne Musolino, deve essere un “tavolo permanente”.
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