
Non si arresta l'allarme salmonellosi a Messina. preoccupante l’esito degli accertamenti di laboratorio sui campioni di dolci processati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia, con sede a Palermo.
Nei gelati, ricotta lavorata e latte inviati dal personale dell’Asp trovate numerose salmonelle, batteri che stanno provocando intossicazioni alimentari a decine di messinesi. I campioni erano stati prelevati dalla pasticceria della zona centro-nord della città chiusa per sporcizia e degrado e riaperta.
Poi, ieri, il sequestro di un laboratorio-deposito di pertinenza della stessa attività dolciaria, sempre per carenze igienio-sanitarie. Visto l’esito degli esami sugli alimenti - i primi erano stati effettuati a Barcellona - al locale saranno apposti i sigilli e il titolare denunciato e multato.
3 Commenti
Pasquale
28/06/2020 11:21
No, scusate ma è veramente pazzesco che gli organi di vigilanza non facciano i nomi di queste pasticcerie. È una questione di corretta informazione e di tutela nei confronti della cittadinanza che ha il diritto di sapere chi reitera tali comportamenti disdicevoli e pericolosi, visti i risultati disastrosi sulla salute degli avventori. In altre occasioni è stato sbattuto il nome in prima pagina con tanto di foto delle rosticcerie e panifici incriminati, che ben conosciamo. Perché stavolta no? Dobbiamo fare dietrologia e pensare male come sempre ?
Giusy
28/06/2020 12:13
Io so quale pasticceria era e sono rimasta sconvolta, è stata la mia pasticceria preferita da sempre. Allucinante! ????
Nino
28/06/2020 12:57
Dicci il nome cosi sapremo dove andare a comprare
Domenico
28/06/2020 13:35
Capisco non vuoi darci il nome ma faccI capire Almeno la zona. Grazie mille
Ferdinando
28/06/2020 15:24
Aspettiamo di sapere il nome.
VITTORIO
29/06/2020 08:00
Se non sbaglio il responsabile della salute pubblica pare che sia il sindaco (ma è da verificare). Una volta verificato questo, se gli è d'obbligo anche fare i nomi, e non li ha fatti, si denuncia. Ma a quest'ora avrebbero dovuto già averlo fatto tutti gli altri esercenti rispettosi delle norme igieniche, almeno per difendere i loro stessi interessi; oppure le associazioni di categoria. Anche perché, se non lo fanno, uno potrebbe essere portato a pensare che hanno tutti "u carbuni bagnatu".