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Si lancia in mare al porto e si uccide, dramma della disperazione a Milazzo

Il porto di Milazzo

Il dramma della disperazione, per un presente ingestibile e soprattutto un futuro a dir poco nebuloso. R.T., 55 anni, originario di Salina, ha deciso di farla finita con la vita e stamani, a Milazzo, si è suicidato gettandosi in mare. Lo ha fatto quando la città era ancora dormiente, gettandosi nelle acque antistanti il molo Marullo, a due passi dalla Capitaneria di porto. E' annegato immediatamente.

Infatti, proprio per evitare di commettere “errori”, ha deciso di zavorrarsi e così è subito precipitato nel fondale. Un gesto portato avanti con fredda lucidità. Prima di gettarsi in acqua ha scritto una lettera che ha lasciato sul molo, spiegando le ragioni della sua decisione. Era privo di risorse, in difficoltà estreme. A quanto pare non era riuscito ad ottenere alcun sussidio e temeva che questa emergenza avrebbe gettato nel baratro lui e la sua famiglia. Era originario di Salina, ma da tempo viveva a Milazzo, con una donna straniera, e aveva un figlio. Aveva lavorato sempre in mare.

Prima marinaio presso la locale compagnia degli aliscafi, poi con una società che effettua in estate le minicrociere, in inverno si dava da fare su un peschereccio. L’emergenza Covid 19 lo ha costretto all’immobilismo lavorativo, gettandolo nella disperazione assoluta, tale da portarlo a compiere l'irreparabile. La notizia ha scosso le comunità milazzese ed eoliane. È la prima vittima “sociale” del Coronavirus.

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