«Hanno posizioni strategiche, presidiano il territorio, sono sentinelle dei clan mafiosi». Giovanni Giardina è reduce dall’ennesima giornata trascorsa freneticamente, da un capo all’altro di Messina, a sequestrare merci vendute abusivamente, a sanzionare comportamenti illeciti, a scovare pericolose discariche a cielo aperto. Il commissario - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - che guida gli uomini della squadra ambientale e di tutela del territorio della polizia municipale ripete spesso una frase: «La gente non lo sa».
E cosa non sa la “gente”? «Si pensa che quando noi agiamo e sequestriamo la frutta o altri prodotti alimentari, e merce di vario genere, a chi la vende in strada, senza licenze, senza alcuna autorizzazione e senza certificazioni sull’origine e provenienza dei prodotti stessi, colpiamo poveri padri di famiglia, ci accaniamo sui più deboli. Ma non è così».
E allora la “gente” deve saperlo. Deve sapere che in molti casi, non in tutti sia chiaro, l’abusivismo è uno degli affari e delle coperture della mafia in città.
Sì, non si può dare altro nome a questo fenomeno, se non mafia. Perché dalle denunce, dagli esposti e dai report consegnati quasi quotidianamente dalla Polizia municipale alle autorità giudiziarie, emergono fatti e condizionamenti che rientrano a pieno titolo nel tentativo mafioso dei clan di “regnare” sui territori di appartenenza.
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