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Le mani della mafia di Barcellona sul catering, confiscato a Mazzagatti tesoro da 32 milioni

Pietro Nicola Mazzagatti

Una sala ricevimenti da sogno, un bar e poi aziende, decine di terreni, una ventina di appartamenti e poi conti bancari e auto. Il tesoro di Pietro Nicola Mazzagatti, il re del catering di Santa Lucia del Mela, ritenuto vicino alla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, passa oggi nelle mani dello Stato.

Un patrimonio stimato in 32 milioni di euro, confiscato in queste ore dalla Dia di Messina, a conclusione di un’indagine nata su proposta del direttore della Dia, Giuseppe Governale, e del procuratore capo di Messina, Maurizio De Lucia.

L'attività investigativa è stata portata avanti dal capocentro della Dia di Catania, Carmine Mosca, dal caposezione della Dia di Messina, Michela Viola, e coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio.

Mazzagatti, detenuto nel carcere di Viterbo al 41 bis, è un imprenditore radicato nel Barcellonese che, forte della sua vicinanza a cosa nostra, è riuscito nel tempo ad acquisire il monopolio delle attività di ristorazione, di somministrazione di alimenti e di catering, nel territorio di Santa Lucia del Mela.

La sua carriera criminale ha inizio negli anni ’90 quando, a conclusione dell’operazione “Sistema”, viene condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei titolari della società Cogemar srl di Barcellona Pozzo di Gotto,i cui titolari erano costretti a corrispondere il “pizzo” per i lavori di consolidamento effettuati a seguito di eventi calamitosi a Gualtieri Sicaminò.

Altre indagini, negli anni, sono emerse anche dall’operazione “Catering”, in cui Mazzagatti - sottoposto, per fatti risalenti al dicembre 2004, a misura cautelare e imputato anche per associazione mafiosa – fu condannato per la tentata estorsione ai danni di un cittadino iraniano, titolare di un’attività commerciale di tappeti persiani e di una struttura adibita a sala ricevimenti a San Pier Niceto.

Più recentemente, in “Gotha VI” - operazione che ha fatto luce su 18 omicidi consumati e 2 omicidi tentati, commessi tra i primi anni ’90 ed il 2012 -, l’imprenditore vicino alla mafia fu arrestato perché accusato di essere coinvolto in due omicidi, quello di Fortunato Ficarra, ucciso nel luglio del 1998 all’interno del bar “Valerie” di Santa Lucia del Mela, e quello di Domenico Tramontana, bossdella zona di Terme Vigliatore per conto del clan dei barcellonesi, ucciso nel 2001 a Calderà di Barcellona Pozzo di Gotto. In ordine a tali fatti di sangue, nel luglio scorso, la procura ha chiesto la condanna all’ergastolo.

Con il provvedimento di oggi viene confiscato il patrimonio che Pietro Nicola Mazzagatti è riuscito a costruire con l’appoggio del clan barcellonese, comprensivo, tra l’altro, di importanti contesti imprenditoriali come la prestigiosa struttura ricettiva e sala ricevimenti “Villa Mont Valerie”, e il bar “Valèrie coffee and pastry” di Milazzo.

In particolare la confisca riguarda: 4 imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale, 14 immobili, 19 terreni, numerosi mezzi personali ed aziendali nonché vari rapporti finanziari, anche intestati a terzi, stimato complessivamente in 32 milioni di euro.

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