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Messina, le mani della mafia di Giostra su ristoranti e discoteche: chiesti 25 anni per il boss Tibia

Tribunale di Messina

E' stato il giorno dell'accusa, oggi, davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale, al processo scaturito dall'operazione “Totem”, l'inchiesta che nel giugno 2016 si era concentrata sugli interessi del gruppo mafioso di Giostra sulla cosiddetta “industria del divertimento”: ristoranti, discoteche, gioco d'azzardo, scommesse, corse di cavalli. Il tutto sotto la guida del boss reggente del clan, Luigi Tibia.

E proprio per Tibia i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino hanno chiesto la pena più alta, a 25 anni di carcere. Per gli altri 21 imputati i magistrati hanno sollecitato pene comprese tra 1 e 25 anni di reclusione.

I magistrati hanno poi richiesto la condanna a 12 anni di carcere per l'ex vicepresidente dell'Acr Messina, il commercialista Pietro Gugliotta, che era finito nell'inchiesta per i suoi rapporti con Tibia legati alla gestione del lido "Le Palme" di Moetelle, di cui era all'epoca amministratore giudiziario.

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