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La Sea Watch verso le coste siciliane, migranti a Messina e Catania

Sea Watch

La Sea Watch3 ha avuto indicazione di dirigersi verso il porto di Catania. La scelta è determinata dalla presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori. I maggiorenni saranno immediatamente trasferiti all’hotspot di Messina. Lo fa sapere il Viminale.

La Sea Watch quindi può sbarcare dopo sei giorni di blocco, ma non a Siracusa: a Catania. L’ordine arriva dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si trova nello stesso tempo ad affrontare una richiesta di autorizzazione a procedere avanzata nei suoi confronti dal Tribunale dei ministri proprio del capoluogo etneo. Era stato il premier Giuseppe Conte ad annunciare in mattinata l’avvio delle «operazioni di sbarco», grazie alla disponibilità a farsi carico dei 47 offerta da Germania, Francia, Portogallo, Romania, Malta, Lituania e Lussemburgo. Con l’Italia, che partecipa alla distribuzione, si tratta di sole 6 persone per ogni Paese.

Salvini parla di «missione compiuta» ed auspica un’indagine sul comportamento della ong. Obiettivo: arrivare al sequestro dell’ultima nave umanitaria rimasta nel Mediterraneo centrale. Non solo, il vicepremier lavora ad individuare «una procedura standard» per impedire l’ingresso delle navi ong nelle acque territoriali italiane. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha seguito da vicino la vicenda ed è rimasto in queste ore in attesa di una soluzione da parte del Governo.

Il Viminale motiva così l’indicazione di dirigersi verso Catania anzichè avanzare verso il porto di Siracusa distante poco più di un miglio: lì ci sono centri ministeriali per l'accoglienza di minori. I ragazzi (15 tra i 14 ed i 17 anni) avrebbero potuto essere trasferiti a Catania via auto, una volta sbarcati a Siracusa. Ma il Viminale ha deciso diversamente. Mentre il Tribunale per i minorenni di Catania ha nominato un tutore per ciascuno dei minori presenti a bordo.

A Catania c'è la Direzione distrettuale antimafia, competente ad indagare per reati come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, quello che il ministro dell’Interno aveva ipotizzato a carico del comandante della Sea Watch 3. In passato era stato proprio il procuratore catanese Carmelo Zuccaro a dare il via con le sue inchieste all’offensiva giudiziaria contro le navi umanitarie. Il procuratore siracusano Fabio Scavone in questi giorni non aveva individuato reati. Si vedrà ora se invece la procura catanese (che aveva chiesto l’archiviazione per Salvini nella vicenda Diciotti, rigettata poi dal Tribunale dei ministri) si muoverà nei confronti della ong tedesca.

Il ministro dell’Interno alla fine ha dovuto dunque accettare il sì allo sbarco, in un momento in cui è salita la tensione con i Cinquestelle sulla richiesta di autorizzazione a procedere al Senato, ma parla di «problema risolto": «mentre gli altri chiacchierano e denunciano, la nostra linea della fermezza ha portato otto paesi europei a farsi carico dell’accoglienza degli ospiti a bordo della Sea Watch 3». Ora, aggiunge, «rimane l'auspicio che l’autorità giudiziaria prenda in considerazione le ripetute irregolarità a carico della ong tedesca». E per il futuro, annuncia, «stiamo lavorando a un provvedimento che limiti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane, intervenendo a monte» per le navi ong. Si punta a "bloccare alcune navi 'non inoffensivè dirette in Italia che, favorendo invece l’immigrazione clandestina, potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale». Sulla Sea Watch c'è gioia per l’atteso sbarco ma anche rabbia. Johannes Bayer, ceo della ong, si dice «felice per i nostri ospiti che il calvario stia ora arrivando al termine, ma rimane un giorno vergognoso per l’Europa. I diritti umani non sono negoziabili, sulle persone non si dovrebbe mercanteggiare».

Il medico di bordo denuncia «gravi conseguenze mentali» per i naufraghi «dopo dieci giorni in mare». Per il cardinal Bassetti, presidente della Cei, «che in un gigante come l’Europa, dove ci sono le nazioni che hanno maggior benessere del mondo, si debba tergiversare tanto per accogliere 47 poveracci, di cui diversi bambini, è veramente una sofferenza immensa». Il presidente del Pd Matteo Orfini attacca: «Salvini auspica che l’autorità giudiziaria indaghi Sea Watch (evidentemente per il reato di umanità). Nello stesso momento chiede al Parlamento di essere salvato dal processo. Senza vergogna. E senza dignità». L’Unhcr fa la conta dei morti: 6 al giorno nel 2018 nel Mediterraneo ed aumenta la mortalità dei viaggi.

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