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Messina, confusione e passaggi a vuoto. Così non si va lontano

Quanto successo negli ultimi giorni ha spostato l'attenzione e fatto perdere energie sugli aspetti che oggi dovevano essere prioritari: mercato e sfida salvezza contro la Casertana. Dinamiche surreali, poi ci si sorprende se all'esterno vedono ormai la piazza giallorossa come "terzo mondo del calcio"

Grottesco, sconclusionato, sicuramente evitabile: è quanto accaduto negli ultimi tre giorni nella città dello Stretto. Specie in un momento così delicato per un Messina che vive sul filo della salvezza come un equilibrista che rischia di cadere senza rialzarsi più.

Modica annuncia le dimissioni lunedì sera dopo il ko interno contro il Crotone nel posticipo. È caccia allenatore. Sulla lista Lucarelli, Occhiuzzi, Calori e Cangelosi tra gli altri, nessuno accetta o viene ritenuto all'altezza. Passano le ore, la squadra viene allenata da Carmelo Mancuso. Sabato si gioca a Caserta un playout anticipato, mezza stagione in novanta minuti ma qui si parla di tutto tranne che della partita.

Mercoledì sera: conferenza convocata per fare chiarezza sulla crisi tecnica data per "risolta". Si diffonde la voce dal sapore di certezza, visti i toni da interpretare dal comunicato stampa, di un "Modica ter", contro ogni ragionevole senso morale e logico dopo quanto successo, ma forse ritenuta utile per tempi sportivi e ragionamenti economici. Giornalisti pronti a presentarsi stamattina ma serpeggiano voci che tutto sia nuovamente saltato. E così è: spunta il presidente Stefano Alaimo che di questi tempi sembra un marziano piombato in un mondo di cui non conosce regole non scritte e dinamiche: il "pianeta calcio".

Cosa dice? Che il ds Domenico Roma non dorme la notte per fare il bene del Messina. Non ci sono dubbi, ma c'era bisogno di convocare una conferenza per dirlo? Poi fa sapere che l'allenatore è in una lista che si sta valutando, pronto a essere ufficializzato. Pare sia Cudini ma rischia di saltare anche lui. Inadeguatezza su inadeguatezza. L'ultima pista che prende corpo è quella di Simone Banchieri. E sarà quella definitiva. Intanto si accumula un'altra figuraccia, l'ennesima di una stagione che pare avere (ma fino all'ultimo spereremo di no) un esito già scritto: retrocessione, bene che vada.

Tutto è nelle mani della squadra, unica componente che al momento pare avere avuto la lucidità di capire che tornare sui propri passi avrebbe avuto effetti devastanti, nell'immagine e nell'efficacia. Ma ormai la frittata era stata fatta. Salvato il salvabile, toccherà a loro provare a tenere viva la fiammella della speranza salvezza. Dando tutto in campo, perché l'allenatore che dovrebbe (accadrà mai?) aggregarsi domani nel Cosentino per la rifinitura avrà troppo poco tempo per capire e calarsi in un contesto in parte dilaniato da mesi di sconfitte, sofferenze e scivoloni gestionali (usiamo termini gentili) e dall'altra ancora acerbo a livello di comprensione complessiva.

Intanto, a parte la cessione di Di Palma all'Igea, il mercato si è fermato con Buchel, com'è normale che fosse visto che chi dovrebbe arrivare, sarebbe chiamato a farlo senza nemmeno sapere chi siede o siederà in panchina. Roma è una delle poche figure alle quali aggrapparsi ma accettando determinate condizioni, ben presto finirà a diventare complice e colpevole (come già accaduto a Modica), se le cose dovessero seguire questo confusionario copione. E ripetiamo, ci auguriamo di no.

Intanto, in alcune dinamiche sembra di rivivere i passaggi a vuoto della gestione Sciotto. Un paradosso dietro l'altro. Come se non ci fosse mai un limite a ciò che ormai può accadere. Ma di tutto questo, la cosa più assurda è che poi ce la si prende con la stampa o coi social se dall'esterno Messina viene vista ormai come "terzo mondo del pallone" e "nessuno vuole più venire". Chissà come mai! Se si facessero le cose per bene, con logica, lungimiranza e professionalità, nessuno avrebbe nulla da ridire e anche gli errori verrebbero interpretati come frutto del caso o del fisiologico operativo. Ma da queste parti il normale è diventato eccezionale, i croccantini spacciati per caviale, riponendo ogni aspettativa nella caccia al miracolo. Ce ne vuole uno anche stavolta per rimanere vivi e in Lega Pro.

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