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Messina, continuità o rivoluzione?

Attese decisioni e comunicazioni dopo contatti interlocutori. Roma, Modica ma non solo

Il tempo delle decisioni (e quindi della comunicazioni) non è ancora maturato: qualche contatto nelle scorse ore ma nulla che abbia portato alla fumata bianca sul futuro. Il Messina ha conquistato la sua terza salvezza consecutiva in Serie C, ma non ha sciolto i nodi su continuità al progetto tecnico o ennesima rivoluzione.

La base per proseguire sulla scia tracciata nella stagione appena conclusa passa dalla conferma del direttore sportivo Domenico Roma e del tecnico Giacomo Modica, artefici nella costruzione della squadra (anche se qualche elemento è legato all’imbeccata di procuratori di fiducia della proprietà) e anche del percorso sportivo poi in campo, culminato con la salvezza ottenuta alla penultima giornata ma ipotecata prima, con il sogno playoff che sembrava possibile ma è svanito tra qualche leggerezza e diversi errori arbitrali. Proseguire con queste figure significherebbe non ripartire da zero almeno in termini di approccio al campionato e tipo di gioco.

Rosa comunque da ricostruire. Sul piano dell’organico di fatto sarà già rivoluzione visto che sono solo cinque i giocatori contrattualizzati sino al 2025, tre dei quali (Salvo, Frisenna ed Emmausso) sono ambiti sul mercato e potrebbero anche andare via, garantendo un incasso per il club da reinvestire sul mercato. Qualcuno dei protagonisti di quest’anno potrebbe anche prolungare la permanenza, come ad esempio Ermanno Fumagalli, leader dentro e fuori dal campo, che a 42 anni sta valutando il da farsi. Si potrebbe poi provare a riprendere qualcuno dei (tanti) elementi in prestito che bene hanno fatto (come Dumbravanu e Zunno). Oltre a atleti come Ortisi, Giunta, Scafetta o Lia, che da svincolati potrebbero anche restare, soprattutto se rimanesse Modica alla guida. Dipenderà da prospettive e ambizioni. La squadra, intanto, nonostante il campionato finito, sta continuando a lavorare e non è stato ancora chiarito quando arriverà lo “sciogliete le righe”.

Serve un dg di spessore. Le scelte sul futuro riguarderanno l’area tecnica ma non solo. Sarà necessario individuare figure che siano rappresentative per il club, che abbiano lungimiranza, capacità di risoluzione delle problematiche e “peso” sul piano mediatico e dei rapporti: un “vero e proprio” direttore generale, non uomini adattati per riempire una casella dal quale passa tanto dalla fluidità d’azione di una società. C’è una questione campi d’allenamento da risolvere (si andrebbe verso l’individuazione di un quartier generale in provincia da alternare con lo stadio “Scoglio”) e una struttura operativa da ridisegnare, ma anche un rapporto da ritrovare con la tifoseria organizzata che è tornata a contestare la proprietà dopo avere “silenziato” le proteste in modo da non incidere sul cammino della squadra, ma a salvezza acquisita è tornata a chiedere un cambio di passo, un cambio di proprietà e un’Amministrazione comunale più attenta alle esigenze e ai sogni di una piazza che nel calcio, lo ha dimostrato, è pronta a infiammarsi.

Giovanili ancora esternalizzate? Per ultimo, ma allo stesso modo tanto importante, capire cosa ne sarà del settore giovanile. Destinata a concludersi l’ultima “esternalizzazione” al Camaro, che comporterà anche in questo caso un continuo ricominciare da capo. La società si starebbe guardando intorno per un nuova collaborazione, meno probabile l’avvio di un percorso totalmente “proprio”.

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