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Messina, la sconfitta nel derby non sminuisce il valore della squadra. Capitan Ragusa: "Meritavamo di più"

Il rigore dato al Catania si aggiunge ai diversi episodi arbitrali sfavorevoli che hanno caratterizzato la stagione

Amarezza per quello che poteva essere e non è stato, per la sconfitta immeritata con la quale il Messina è tornato a casa dal derby di Catania, per il rigore inesistente concesso alla squadra di casa diventato spartiacque nella gara. L’ennesimo episodio che infastidisce e in tal senso un intervento diretto della società pare quantomai necessario (anche se ormai in termini pratici rischia di non avere efficacia considerando che il campionato è prossimo alla fine). Perlomeno, per non venire considerati come realtà a cui tutto questo sta bene. Anche perché, i tanti fati contrari che hanno caratterizzato la stagione, hanno inevitabilmente inciso su una salvezza che a due turni dalla fine l’Acr meritava di avere già matematicamente acquisito, così come avrebbe meritato per valori mostrati di essere in corsa con le squadre che si giocano un posto nei playoff.
Sul tocco di spalla di Dumbravanu tramutato in penalty da Delrio di Reggio Emilia, è intervenuto nel post-gara del “Massimino” anche il capitano Nino Ragusa: «Molto dubbio - lo ha definito -, l’arbitro mi ha detto a inizio ripresa, che il braccio era largo ma si vede che Dumbra fa di tutto per chiuderlo, sembra che la palla sbatta sulla spalla piuttosto che sul braccio, anche i giocatori del Catania ci dicevano che era molto generoso ma è inutile continuare a recriminare». Il numero 90, comunque, sottolinea ancora una volta il rendimento della squadra: «Siamo contenti della prestazione, penso non sia giusto il risultato, qualcosina in più meritavamo. È mancato solo il gol».
Tra una salvezza ancora da conquistare e i playoff che paiono allontanarsi definitivamente: «L’obiettivo è sempre stato la salvezza - ha continuato Ragusa -, anche se quando sei vicino al traguardo, al 90-95% percento è ovvio che inizia a fare altri pensieri, ma l’obiettivo principale non lo abbiamo mai abbandonato e ci abbiamo sempre creduto, anche nei momenti più difficili. Abbiamo fatto una bella risalita, salvarci senza playout sarebbe il giusto merito per un gruppo che ha lavorato sempre tanto».
Anche sul piano personale l’ex Sassuolo pare in crescita continua: «Potevo fare ancora di più ma venivo da un inizio di stagione con infortunio, ci ho messo tempo per trovare il ritmo gara, poi c’è stato il periodo difficile collettivo, quando ne siamo venuti fuori sono arrivate anche le ottime prove personali».
Testa già al Potenza, prossimo avversario (domenica alle 20 in casa): «La affronteremo come le altre, a testa alta, con il piede sull’acceleratore, perché è la nostra forza. Proveremo a fare risultato».

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