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Messina: serve dimenticare Brindisi. La sincerità di Modica punto di ripartenza contro il Crotone

A Crotone non ci sarà Plescia, come verrà sostituito? Si spera di recuperare Lia e potrebbe rivedersi Scafetta dall’inizio

L'onestà del tecnico Giacomo Modica è il punto da cui ripartire, dire le cose come stanno (lo ha fatto sulla vicenda campi d’allenamento e ha mantenuto la stessa linea sulle prestazioni della squadra) è sempre una punto di partenza o ripartenza, ammettere di non essere stati all'altezza, di avere sbagliato approccio o non avere trovato le contromosse rispetto a ciò che andava fatto. Va bene gli impegni ravvicinati, ma fa strano vedere una squadra che a distanza di pochi giorni riesce a sfoderare una prova di livello come quella di Picerno e poi sbagliare completamente impatto di fronte a un avversario mentalmente in difficoltà, che al "Franco Scoglio" si giocava tanto, come la panchina del suo allenatore Danucci.
Zero scuse. Niente alibi, anche su questo è stato chiaro Modica. Ma ovviamente è stato necessario ragionare a freddo sui motivi che hanno portato a una condotta sottotono, il tempo stringe ma anche questo serve per tornare a correre e macinare, già dalla trasferta di domani in casa del Crotone. «Evidentemente qualcosa è successo e questo atteggiamento mentale mi preoccupa, tanto che nel primo tempo ci sarebbe stato molto da cambiare»: ha detto chiaramente Modica. Atteggiamento, forse sottovalutazione di un avversario che viveva un momento duro e che in classifica stava sotto? Un po' quanto successo con il Sorrento a Potenza, altra e unica gara che l'Acr ha "toppato" come spirito e come proposizione di gioco, vera arma di questa squadra, stella polare, molto più delle qualità dei singoli.
Atteggiamento. «Non posso pensare che la mia squadra sia presuntuosa, a volte le sberle sono salutari, spero che avremo la personalità di archiviare velocemente questa partita perché peggio non potremo fare»: ha aggiunto Modica. Che evidentemente ha capito bene cosa è successo e può succedere, specie a una formazione che, nella costruzione complessiva mostra dei limiti. E non parliamo solo di tasselli numerici abbinati al tipo di modulo di gioco, peraltro leggermente cambiato nelle ultime due uscite. Il Brindisi ha issato il muro difensivo giocando a cinque, ha disputato una gara intelligente, sfruttando le ripartenze, il lavoro fisico di Fall, la concretezza di Bunino e Ganz. E l'ha spuntata con le armi che ha. Il Messina, dal suo canto, non ha trovato spazi, non ha imbucato, non ha trovato sovrapposizioni e ha proposto qualcosa solo grazie a iniziative personali, come quelle di Ortisi e Plescia, tra i più vivaci.
Caselle e carenze. L'attaccante ex Avellino non ci sarà in Calabria domani e sarà un'assenza pesante. Cosa farà Modica? Luciani è stato lanciato giovedì in campo con due punte, provando a dare centimetri e peso all'attacco. Sulla carta il sostituto naturale come terminale nel 4-3-3 sarebbe lui. Ma quando Plescia non era ancora al top, è stato anche provato Emmausso "falso nueve". Si vedrà. Probabile il rientro dal primo minuto di Scafetta con un centrocampo a tre più "puro", anche se pure l'ex Vibonese ha caratteristiche offensive. Ma attenzione pure a un possibile impiego del rientrante Firenze. Modica spera di recuperare Lia, prima dell'infortunio uno dei più in forma, anche perché tra quelli che al meglio stava replicando le consegne date dall'allenatore.

Il giovane Salvo ci ha messo coraggio, ma sugli ultimi due gol subiti c'è il suo zampino negativo. Mancano delle alternative e in alcuni casi anche atleti con caratteristiche specifiche, su tutte quelle del terzino sinistro che “libererebbe” un comunque ottimo Ortisi in caselle a lui più congeniali. Serve qualcosa di più anche dalle ali offensive, maggiore dinamismo ed efficacia. C'è tempo per crescere ancora ma è più importante mantenere piedi per terra, umiltà e spirito combattivo, al di là delle idee offensive che questo Messina, con grande coraggio, propone. Già dallo “Scida”, dove di fronte ci sarà una formazione ripartita forte dopo la “crisi” che aveva portato all'allontanamento del tecnico Lambero Zauli, “richiamato” poi a gran voce dai suoi giocatori.

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