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I "bimbi mai nati" di Milazzo: una storia orribile con tanti lati oscuri

Negli anni '90 i carabinieri per bloccare dei ragazzini che erano riusciti ad accedere nell’edificio e quasi avevano iniziato a giocare con quei barattoli. Ieri una squadra di operai è giunta a Milazzo con un tecnico per chiudere gli accessi aperti.

A mente fredda questa storia appare sempre più raccapricciante. Anche perché diventa pressoché impossibile trovare delle giustificazioni. Negligenza, superficialità, di sicuro irresponsabilità da parte di chi, quando si è deciso di chiudere il civico ospedale di Milazzo situato nel quartiere di Vaccarella, ha pensato che bastava girare una chiave o mettere un lucchetto. Anche perché all’interno del grande edificio, oggi simbolo di degrado, è stato praticamente lasciato di tutto: dai lettini alle cartelle cliniche, suppellettili varie e altro che è finito nelle mani dei vandali che ovviamente in questi casi sono sempre pronti ad entrare in azione. Scenari che sovente si ripetono quando parliamo di patrimonio pubblico. Ma che non fossero portati via i barattoli contenenti i feti di bimbi morti risalenti ad oltre 50 anni fa è una cosa che lascia davvero senza parole. Aggravata dal fatto che, quando il fatto è diventato notizia, è arrivata una sorta di giustificazione: tutti sapevano... Addirittura negli anni ‘90 erano intervenuti anche i carabinieri per bloccare dei ragazzini che erano riusciti ad accedere nell’edificio e quasi avevano iniziato a giocare con quei barattoli. Si dice che gli accessi siano stati chiusi (anche se a dire il vero la presenza di estranei nella struttura anche in tempi recentissimi si nota guardando alcune stanze, lettini e bagni) ma perché non è avvenuta la rimozione di questo materiale così particolare e che comunque non doveva essere lasciato lì al libero accesso? Avvolgere il nastro di questa (triste) pellicola appare inutile anche perché è praticamente impossibile dopo 50 anni individuare i responsabili, ma da oggi occorre agire. E, a dire il vero l’Asp sembra voler battere un colpo. Il direttore generale Giuseppe Cuccì ha comunicato di aver disposto i primi provvedimenti e ieri una squadra di operai è giunta a Milazzo con un tecnico per chiudere gli accessi aperti.

Lunedi invece è previsto un sopralluogo per verificare quando necessario per avviare il cronoprogramma legato a lavori da eseguire. Nulla il manager dice sulle cosiddette “bocce dei bambini”, come vengono definite nella città del Capo quei barattoli, ma pare che ieri stesso alcune siano state rimosse. Ne restano altre che potrebbero essere prelevate nei prossimi giorni. Inutile dire che a Milazzo non si parla d’altro. Il giallo dei feti rinvenuti nel vecchio presidio di via Santa Maria Maggiore, è l’argomento del giorno e soprattutto a Vaccarella, dove comunque di sapeva ma, come spesso avviene, si taceva. Molti hanno cercato di avvicinarsi alla zona, ma hanno trovato il cancello d'ingresso di una delle entrate dell'ex Ospedale, quello che si affacciano sulla via Santa Maria Maggiore, chiuso definitivamente proprio perché ripristinato dagli operai. Alcuni invece si sono rivolti al parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore, padre Ambrogio, affinché chiedesse all’Asp il permesso di accedere all'area interessata per pochi minuti e benedire questi bimbi mai nati.

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