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Brugarello da nonno a nipote, da Messina a Bressanone. Quando il calcio è Dna familiare

Pietro, classe 1947, promessa messinese che si è fermata alla Serie C. Mattia, 17 anni, cresciuto nell’Inter e ora in Primavera 1 con il Monza

La discendenza calcistica nella famiglia Brugarello è transitata da nonno a nipote. Da Pietro a Mattia. Il primo, classe 1947, messinese con una carriera da giovane promessa sfumata per più ragioni, che comunque è riuscito a esordire in Serie C con la maglia della sua città. Il secondo, classe 2005, originario di Bressanone ma con «Messina nelle vene», come lui stesso ama dire, che oggi veste la maglia della Primavera del Monza e quel grande salto spera di farlo.
Nonno Pietro ci aveva provato e creduto, poi ha deciso di imboccare un'altra strada, quella dell'insegnamento. Per ben cinque anni è stato tesserato con l’Acr Messina: i primi due tra Primavera e Berretti, con un brutto infortunio, rottura di tibia e perone, alla “Favorita di Palermo. Due anni di prestito al Provinciale nella Promozione di allora, in cui il livello era elevato. Poi il ritiro a Sarnano con la prima squadra e il doppio esordio in casa, al “Celeste”, contro L’Aquila e poi in trasferta a Caserta, gara nella quale è stato uno dei migliori. Un anno di stop, poi la chiamata di diverse squadre tra le quali quella dell’Igea, ma scelse, a sorpresa, di lasciare tutto dopo la conclusione degli studi.

«Rimpianti? Oggi avrei voluto vedere come sarebbe andata a finire, ma la vita è fatta di decisioni e le mie le ho prese». Ora le energie le spende per incitare il nipote, in modo che migliori e cresca: «Senza perdere di vista lo studio, anche se la media scolastica è buona - racconta -. Ho capito subito che aveva qualità, fin da piccolo calciava di collo piede. A differenza di mio figlio, suo padre, che vive su un altro pianeta rispetto al pallone. Con Mattia ci allenavamo insieme a Cristo Re o a Villa Dante, quando veniva giù per le vacanze, negli anni, mi chiedeva sempre di stare li. Il calcio lo ha sempre attratto». Ora che è più grande quegli insegnamenti li porta in campo, nella prossima stagione alle porte sarà in Primavera 1 dopo la promozione ottenuta dal Monza lo scorso campionato con Mattia assoluto protagonista da braccetto di sinistra della difesa a tre. «Ringrazio tanto Alessandro Lupi, mister che mi ha fatto crescere, dandomi fiducia e coraggio», rivela.
Un percorso iniziato nell'Aicha, a pochi metri da casa, proseguito nel Sudtirol per due anni prima di sbarcare nelle giovanili dell'Inter, dagli Under 10 ai 14. Nel suo curriculum anche la convocazione in Nazionale Under 15, nel primo anno di Monza. «Ascolto sempre i consigli di mio nonno, quando può vedere le gare online o dal vivo ci confrontiamo su posizioni e cambi di gioco - ha raccontato Mattia -. Venire d'estate a Messina è sempre bello, sto sfruttando questi giorni per rilassarmi un poco ma sempre rimanendo in allenamento».
«Quello che mi piace di più è vedere come sta maturando nell'atteggiamento. Convinzione, determinazione e umiltà», ha aggiunto nonno Pietro. Un filo conduttore generazionale con il pallone in mezzo, una passione che si tramanda attraversando praticamente tutto lo Stivale.

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