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Ricognizione sui conti e Piano di riequilibrio

Ricognizione sui conti e Piano di riequilibrio

Un “bilancio ponte” per traghettare i conti del Comune dalla vecchia alla nuova Amministrazione scongiurando il commissariamento da parte della Regione siciliana. Lo ha definito così il sindaco Cateno De Luca l’atto deliberativo lasciato in eredità dalla Giunta Accorinti che lo scorso 21 giugno ha esitato il Previsionale 2018-19-20. L’esecutivo insediatosi da una settimana ha necessità di procedere ad una complessiva ricognizione economico-finanziaria, in questa fase, dunque, rispettando il principio della continuità amministrativa, De Luca ha deciso – dopo un incontro svoltosi ieri a Palazzo Zanca con il nuovo ragioniere generale, il dirigente Giovanni Di Leo, e con il presidente uscente della Commissione consiliare Bilancio, Nino Interdonato – di trasmettere al Collegio dei revisori dei conti la delibera del Previsionale approvata da Accorinti e i suoi assessori. «Ciò anche per evitare – ha precisato il sindaco – ulteriori costi a carico del Comune dovuti alla formale diffida per gli enti inadempienti già pervenuta a Palazzo Zanca con circolare del Dipartimento delle autonomie locali della Regione siciliana l’11 giugno 2018 La soluzione di proseguire con il bilancio-ponte – ribadisce De Luca – scaturisce dalla necessità di evitare il commissariamento ad acta e di avere il tempo necessario per avviare la complessiva ricognizione sui conti del Comune, anche in relazione alla riformulazione del Piano di riequilibrio da effettuarsi entro 90 giorni dall’inizio del nuovo mandato. In considerazione del fatto che i termini del bilancio di previsione 2018-2020 sono scaduti il 31 marzo e quelli del conto consuntivo il 30 aprile, solleciteremo gli uffici al completamento degli adempimenti in itinere per poter sottoporre all’esame del Consiglio comunale anche l’approvazione del Consuntivo 2017 non esitato dalla Giunta Accorinti».

Ma il fronte più caldo, come già preannunziato ieri con la richiesta ufficiale di un uncontro urgente da parte dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, non può non essere quello delle società partecipate, coinvolte nella generale riorganizzazione prospettata dalla nuova Amministrazione. Riflettori accesi, in particolare, sul settore rifiuti. Oggi potrebbe essere una giornata campale: Tribunale si terrà, infatti, l’assemblea dei creditori di Messinambiente che dovranno decidere se accettare o rifiutare il piano concordatario proposto dai legali della vecchia società dalle cui ceneri è nata la MessinaServizi che, però, la Giunta De Luca intende subito smantellare, per privatizzare la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. Il concordato ha come obiettivo quello di scongiurare la dichiarazione di fallimento. «Sono stati assunti impegni chiari – ha ricordato nei giorni scorsi la Uiltrasporti – da Amministrazione e Consiglio comunale uscenti, i nuovi inquilini di Palazzo Zanca devono proseguire sulla linea del concordato impegnando anche nei prossimi anni i soldi necessari per coprire i 30 milioni di euro che l’Amministrazione Accorinti e il consiglio hanno deciso di impegnare per evitare un fallimento che costerebbe al Comune più di 100 milioni di euro». Il destino della MessinaServizi, che ha mosso i suoi primi passi da tre mesi e che conta poco meno di 600 dipendenti, è quello che preoccupa maggiormente lavoratori e sindacati. C’è un Piano industriale approntato e un direttore generale che ha vinto una selezione pubblica e tutto s’intreccia, compresa l’assemblea odierna che può decretare o scongiurare il fallimento di MessinAmbiente, che avrebbe conseguenze rilevanti anche sul dibattito in corso relativo all’intenzione del sindaco De Luca di appaltare ai privati il servizio, secondo quanto previsto dalla legge Madia.

E sempre nell’immediato futuro, si verificheranno i passi che l’Amministrazione comunale ha intenzione di compiere riguardo la ventilata nascita della nuova Multiservizi destinata ad accorpare Atm e Amam.

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