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Si ferma il Carro di S. Antonio ed è un silenzio irreale

Si ferma il Carro di S. Antonio ed è un silenzio irreale

Fede e devozione, un binomio che continua a caratterizzare la vita di un popolo, i messinesi. Grandi e piccini, molti dei quali scalzi e con i tradizionali abitini del santo, in migliaia ieri hanno rinnovato l’omaggio al miracoloso S. Antonio. Tantissime anche le persone giunte da altre parti della Sicilia, della Calabria e della Puglia, che sin dalle prime ore del mattino affollavano il tratto di via S. Cecilia antistante il santuario. C’era chi, in fila, attendeva di ricevere il pane benedetto distribuito nell’angolo allestito dai volontari della Mensa dei poveri, chi aveva in mano i gigli da portare al Santo Taumaturgo, chi pregava ai piedi della statua dentro la basilica. E poi c’era il dolore condiviso dei messinesi che piangevano i loro due piccoli angeli, Raniero e Francesco Filippo, implorando a S. Antonio forza e consolazione per la famiglia, proprio a lui che per i più piccini aveva una predilezione. Oltre un migliaio di persone, per una festa di popolo che quest’anno ha avuto un sapore diverso: dopo il solenne pontificale del mattino presieduto da mons. Carlo Mazza, assistente ecclesiastico dei Santuari italiani e vescovo emerito di Fidenza, durante la processione il corteo, con il Carro Trionfale e il reliquiario dorato (dono della basilica di Padova alla città di Messina), ha sfilato in via dei Mille sostando di fronte al palazzo della sfortunata famiglia. Commosse le parole di padre Mario Magro, cui ha fatto eco la preghiera di mons. Mazza. «Stiamo vivendo un momento di fede intensa con il cuore ferito per una tragedia che ci ha colpiti tutti: la perdita di due figli dell’amata Messina. Con S. Antonio ripercorriamo questa via di dolore, affidando a lui Francesco Filippo, l’eroe, e il suo fratellino Raniero. Figli amatissimi che siete in cielo, quando siete nati tra le nostre braccia avete inciso nel cuore una profonda traccia, grazie a voi siamo diventati genitori, conoscendo il volto gratuito dell’amore che sa confortare il nostro dolore. Con voi abbiamo gustato i momenti più belli. Ora che siete nati tra le braccia del Padre, aiutateci a trasformare il nostro fragile cuore sulla via dell’amore, dilatate le pupille dei vostri cuori alle meraviglie del cielo. Noi vi imploriamo: stringeteci forte e fateci rinascere tra le vostre braccia, dandoci pace, forza e speranza». Parole toccanti quelle del rettore, interrotte da un lunghissimo e accorato applauso e suggellate dal volo di due palloncini bianchi a forma di cuore. Con lui il sindaco, il vicario episcopale mons. Gaetano Tripodo, i canonici del Capitolo della Cattedrale mons. Oteri e mons. Di Pietro, sacerdoti e religiosi, alcune confraternite e i volontari del nucleo diocesano di Protezione Civile. Poi, la sosta del busto reliquiario e del Carro trionfale dinanzi al portone dell’abitazione e ancora un saluto silenzioso, accompagnato soltanto dal rumore dei passi della gente e da un sottile soffio di vento. Anche il corpo bandistico ha voluto sfilare con gli strumenti in mano, muti dinanzi a tanto dolore. All’uscita del Santuario, prima dell’inizio della processione, erano stati benedetti i gigli e un bellissimo mosaico colorato realizzato dai volontari della basilica: un cuore rosso, quello di Francesco, sorretto da due angeli e sotto il suo nome e quello di Raniero. Grande commozione e un “pensiero speciale” anche da parte della comunità del rione S. Matteo a Giostra, dove si è svolta la processione di Maria Ausiliatrice. In questo caso, purtroppo, una coda di polemiche: i fuochi d’artificio si sono fatti egualmente, e sui social molti messinesi hanno espresso la loro indignazione, scrivendo “vergogna!”. Durante la celebrazione pomeridiana, così come in quelle del mattino, il rettore del seminario arcivescovile don Alessandro Lo Nardo con la sua comunità e quella salesiana guidata dal parroco don Enzo Pisano e dal vice parroco don Cristian Scuderi, hanno voluto ricordare i piccoli tragicamente scomparsi, chiedendo a Maria una particolare intercessione per i genitori e i due fratellini superstiti. In Cattedrale il concerto “Lux aeterna” eseguito dal coro polifonico “Ouverture”, diretto da Giovanni Mirabile e accompagnato al Grande Organo da Domenico Gioffrè, con la partecipazione del soprano Alessandra Foti e del baritono Mirko Giacoppo, è stato dedicato ai fratellini.

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