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Niente biglietto integrato, l'attacco della Uiltrasporti

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L'Ars ha detto no. E secondo la Uiltrasporti, è un'altra occasione persa. La bocciatura dell'articolo 6 della finanziaria regionale chiude di fatto le porte al rilancio dei progetti di integrazione dei servizi di trasporto sull'isola. Il progetto prevedeva un contributo da 500mila euro per i prossimi due anni, mirato a favorire la nascita e lo sviluppo dei biglietti integrati bus-treni nelle città metroopolitane.

Messina ne avrebbe potuto trarre grande giovamento, soprattutto per i residenti della zona sud, che con un unico tagliando avrebbero utilizzato metroferrovia e poi mezzi dell'atm. Solo in città, sarebbe stato necessario un finanziamento di circa 200mila euro l'anno, scrive Michele Barresi, segretario Uiltrasporti Sicilia – mentre invece si è persa anche questa occasione. E il pericolo concreto è che a pagare il prezzo più alto sia proprio la Metroferrovia di Messina, un servizio che stenta a decollare.

Barresi spiega anche che la cifra che il governo regionale aveva ipotizzato di mettere a disposizione sarebbe stata ben maggiore anche rispetto ai 500mila euro di cui si parlava nell'articolo bocciato in aula.Secondo il sindacalista, senza risorse adeguate a sostegno del biglietto unico Metroferrovia – Atm gli oltre 110mila messinesi della zona sud continueranno a preferire il mezzo privato al servizio pubblico. Questa, per la Uiltrasporti, è la cartina di tornasole dell'incisività della politica regionale e – scrive ancora Barresi – ci riporta alla realtà rispetto ai proclami e ai progetti futuristici che le campagne elettorali ci consegnano giornalmente.

Il discorso si potrebbe anche allargare alla questione del biglietto integrato dell'area dello Stretto, progetto già avviato dalle città di Messina e Reggio. Oggi, un messinese residente nella periferia sud che frequenta l'Università di Reggio spende circa 12 euro al giorno per andare a seguire le lezioni. Oltre al fastidio di dover fare tre biglietti diversi. Coinvolgere le ferrovie e il vettore che gestice i collegamenti nello stretto potrebbe dimezzare i costi. Ma considerato come sono andate, sin qui, le cose in aula, sembra molto complicato. “L'unica possibilità resto l'uso dei fondi Pon Metro – scrive ancora Barresi – in buona parte però già destinati ad altri importanti progetti di mobilità cittadina”.

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