È tutto “blindato”. Trapela pochissimo. Ma da qualche settimana c’è un fascicolo, su qualche scrivania della Procura di Messina, il cui argomento è clamoroso.
L’intestazione deve suonare più o meno così: “Voto di scambio e possibili condizionamenti della criminalità organizzata durante le recenti consultazioni regionali”. È chiaro che si tratta solo di un primo approccio alla recente vicenda elettorale siciliana, quantomeno per il territorio della provincia di Messina tra la città e alcuni centri della zona tirrenica, che a quanto pare sarebbe partito da alcune intercettazioni ambientali. In questi dialoghi captati alcune settimane prima del voto, la grande maratona del 5 novembre, un gruppo investigativo che stava lavorando tra la città e la zona tirrenica avrebbe ascoltato alcuni esponenti della criminalità organizzata, o comunque alcuni personaggi legati in qualche modo ad ambienti criminali, mentre in un certo senso “programmavano” pacchetti di voti.
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