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E il parcheggio finì in Procura

E il parcheggio finì in Procura

Adesso si fa sul serio e quelle crepe sui pilastri, che sostengono il Cavalcavia sopra la stazione ferroviaria, e che già abbiamo mostrato a luglio con eloquenti immagini, vanno sanate con interventi radicali di messa in sicurezza. Non usa mezze parole il Genio civile di Messina che adesso ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica per le eventuali azioni di propria competenza. La prima diffida è del 5 maggio scorso, e il Genio Civile l’aveva rivolta sia a Rfi che all’amministrazione comunale imponendo ai due enti, ognuno per le proprie competenze, a effettuare approfondite verifiche sismiche sull’impalcato, a predisporre idonea progettazione per interventi di adeguamento sismico, a intervenire immediatamente sulle strutture ammalorate e a verificare la funzionalità del piano stradale con particolare riguardo alla messa in sicurezza. L’atto però da quel 5 maggio non ha prodotto alcun risultato se non scambi epistolari tra i due enti, trasmessi per conoscenza al Genio Civile, in merito alle competenze disposte da una convenzione del 1938 che affiderebbe la parte del Cavalcavia ricadente sul fascio ferroviario a Rfi, a esclusione delle opere del piano stradale di competenza invece del Comune. A oggi però nessuna verifica sismica è stata effettuata e, al di là delle competenze - sottolinea il dirigente del Genio Civile Leonardo Santoro - è bene chiarire che l’infrastruttura è costituita da impalcati e pilastri e che il rimpallo di competenze tra i due enti non preclude esclusive responsabilità civili e penali in caso di un eventuale crollo sotto un’azione sismica”. “L’infrastruttura inoltre -puntualizza Santoro- costituirà l’unica via d’accesso al costruendo parcheggio sopraelevato della Metroferrovia per cui le mancate verifiche sismiche e il conseguente intervento di adeguamento precluderanno l’utilizzo del parcheggio. Le immagini che avevamo mostrato a luglio scorso e che oggi riproponiamo avevano in effetti evidenziato una situazione che ha creato sconcerto non solo tra i cittadini ma anche tra alcuni esperti strutturisti della città. Appare evidente come le Fs avessero già cercato di contenere il fenomeno di sgretolamento dei pilastri circondandoli con delle imbarcature in acciaio che in più punti hanno già ceduto e che in altri mostrano le armature a vista, prive di copri ferro e in uno stato di corrosione molto avanzato. Situazione che con il carico dinamico della struttura tende ad aggravarsi di giorno in giorno. Adesso della stato dei fatti è informata anche la Procura che interverrà al momento in cui la situazione non sarà sanata. C’è da aggiungere che il cavalcavia rientra nella viabilità di accesso alle aree che ricadono nel cosiddetto PIAU, Programma Innovativo in Ambito, che il Comune sta portando avanti. A tal proposito il Genio Civile ha espresso qualche giorno fa un nullaosta parziale. Tra le prescrizioni proprio il manufatto di via Tommaso Cannizzaro che in assenza di interventi di adeguamento sismico non potrà far parte dell’atteso progetto.

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